La recente assoluzione di Marco Granelli ha suscitato interrogativi sulle responsabilità in materia di sicurezza stradale a Milano, evidenziando la necessità di un approfondimento sulle politiche di protezione degli utenti della strada nella città.

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È una notizia che ha suscitato un ampio dibattito nella comunità milanese: Marco Granelli, ex assessore alla mobilità, è stato assolto in merito a due tragici incidenti stradali che hanno portato alla morte di due cicliste. La decisione è stata presa dal giudice dell’udienza preliminare Alberto Carboni, il quale ha stabilito che il fatto non sussiste, escludendo quindi ogni responsabilità penale da parte di Granelli.
Le vicende riguardano i decessi di Cristina Scozia, 39 anni, investita da una betoniera all’incrocio tra via Sforza e corso di Porta Vittoria, e Veronica D’Incà, 38 anni, colpita da un camion lungo la ciclabile di viale Brianza, nell’area di Loreto. Entrambi gli incidenti hanno sollevato interrogativi sulla sicurezza delle infrastrutture per le biciclette in città.
Le accuse e le indagini
La Procura di Milano aveva accusato Granelli di concorso in omicidio colposo, sostenendo che la progettazione di alcune piste ciclabili leggere e l’uso di segnaletica sperimentale avessero potuto generare confusione tra gli automobilisti. Secondo i pubblici ministeri, queste scelte avrebbero potuto contribuire in modo significativo agli incidenti, portando a richieste di condanne fino a 16 mesi di reclusione.
Il contesto delle scelte infrastrutturali
Granelli, in carica dal 2016, ha sempre sostenuto che le decisioni relative alla segnaletica e alla progettazione delle piste ciclabili fossero di competenza degli uffici tecnici del Comune. Durante il processo, è emerso che le scelte tecniche non erano direttamente sotto il suo controllo, ma rientravano nelle responsabilità di altri dirigenti comunali.
La decisione del giudice
Il giudice Carboni ha chiarito che, per ritenere qualcuno colpevole, è necessario stabilire un nesso causale chiaro. In questo caso, non è stato dimostrato che la segnaletica adottata avesse effettivamente indotto gli autisti a commettere gli errori che hanno portato agli incidenti. Inoltre, la responsabilità diretta dell’assessore per le scelte tecniche fatte dai funzionari non può essere sostenuta.
Insieme a Granelli, anche i dirigenti comunali coinvolti nel progetto delle piste ciclabili sono stati assolti, ponendo fine a un contenzioso che ha sollevato molte polemiche. Tuttavia, le situazioni degli autisti dei mezzi pesanti coinvolti negli incidenti rimangono distinte: uno ha scelto di patteggiare, mentre l’altro dovrà affrontare un processo.
Implicazioni per la sicurezza stradale
Questa sentenza riaccende il dibattito sulla sicurezza stradale a Milano e sull’efficacia delle scelte infrastrutturali. Molti cittadini si interrogano sulle misure necessarie per garantire una maggiore protezione per i ciclisti e sugli eventuali cambiamenti da apportare alle attuali normative riguardanti la segnaletica e le piste ciclabili.
La vicenda di Marco Granelli e la sua assoluzione pongono una questione cruciale: fino a che punto le scelte politiche e tecniche possono essere considerate responsabili degli incidenti stradali? La riflessione su questo tema potrebbe portare a un riesame delle politiche di mobilità e sicurezza nella città, in un contesto dove l’integrazione delle biciclette nel traffico urbano è sempre più importante.





