Piazza Cordusio si prepara a una nuova vita con il ritorno dei tram e una riqualificazione che cambia il volto della città.

Argomenti trattati
Milano sta affrontando una metamorfosi necessaria, ma che solleva interrogativi. La riqualificazione di piazza Cordusio, avviata lo scorso maggio, rappresenta un ulteriore tassello nel complesso processo di pedonalizzazione e miglioramento dell’efficienza dei trasporti pubblici. Con il ritorno delle linee tramviarie 2, 3, 12, 14, 15, 16, 19, 24 e 27, il centro città si prepara a vivere un rinnovato fervore. Tuttavia, è opportuno interrogarsi sulle reali implicazioni per i cittadini.
Un progetto ambizioso ma controverso
Il progetto di riqualificazione, diretto dall’ingegnere Antonella Flores, mira a ripristinare l’ellisse originaria disegnata da Luca Beltrami, ampliando l’uso pedonale e ripulendo lo spazio pubblico da elementi di arredo incoerenti. Tuttavia, non è sufficiente una ristrutturazione per garantire una città vivibile. La pedonalizzazione di via Dante e l’ampliamento dei marciapiedi, da 4 a oltre 10 metri, potrebbero sembrare un trionfo, ma richiedono un’attenta valutazione delle reali necessità di mobilità della città.
In un’epoca in cui il traffico e l’inquinamento rappresentano criticità significative, la scelta di pedonalizzare ampie aree è lodevole, ma presenta delle problematiche. Il trasporto pubblico deve risultare realmente efficiente per supportare questa transizione. Se i tram tornano, ma i tempi di attesa aumentano o la rete è inadeguata, il problema si sposta piuttosto che risolversi.
Statistica scomoda: il tram come cronicità milanese
Le recenti modifiche ai percorsi tramviari, durate quattro mesi, rappresentano un chiaro segnale che i problemi infrastrutturali di Milano sono ben lontani dall’essere risolti. Dal 6 maggio, gli interventi sono stati necessari per il rifacimento dell’armamento tranviario e per lavori di competenza di MM. Sono stati rinnovati circa 1200 metri di impianti, ma ciò non basta a garantire una mobilità fluida.
Secondo recenti statistiche, il trasporto pubblico milanese continua a soffrire di ritardi e inefficienze. Nonostante gli sforzi, il numero di passeggeri è in calo e circa il 70% della popolazione si sposta in auto. L’idea che il ritorno del tram possa risolvere tutti i problemi è romantica, ma pericolosamente distante dalla realtà.
Conclusioni che disturbano ma fanno riflettere
A fine novembre, il cantiere verrà sospeso per facilitare i preparativi ai Giochi Olimpici e Paralimpici di Milano Cortina. Sebbene questo gesto possa apparire simbolico, è lecito interrogarsi su cosa accadrà dopo. La ripresa dei lavori nel 2026 porterà a una Milano migliore? Le ampie aiuole e il verde previsti rappresentano un passo in avanti, ma la vera sfida è garantire che il centro città non diventi solo un bel giardino, ma un luogo vivo, dove i mezzi pubblici funzionano e i cittadini possono muoversi con facilità.
È fondamentale riflettere su ciò che questo progetto rappresenta. Non si tratta solo di estetica, ma di come si desidera che la città si evolva. La pedonalizzazione è un obiettivo nobile, ma senza un trasporto pubblico efficiente, si rischia di trovarsi con una Milano bella da vedere, ma difficile da vivere. Il pensiero critico è essenziale: non accontentarsi delle apparenze, ma interrogarsi su cosa significhi realmente questa trasformazione.