Un'analisi della nascita della Scuola Civica di Musica di Bollate e delle sfide che si prospettano.

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Diciamoci la verità: la nascita della Scuola Civica di Musica Città di Bollate, che raccoglie l’eredità di un’istituzione come l’Accademia Vivaldi, potrebbe sembrare un’ottima notizia. Tuttavia, è fondamentale interrogarsi su cosa significhi davvero investire nella musica e nell’educazione musicale in un’epoca in cui la cultura spesso viene relegata a un secondo piano.
Un’eredità che pesa
Quando si parla dell’Accademia Vivaldi, si fa riferimento a una realtà che ha operato per quarant’anni nel tessuto culturale di Bollate. Fondata nel 1985, ha visto alti e bassi, ma ha sempre mantenuto un legame profondo con il territorio. Oggi, la nascita della Scuola Civica di Musica rappresenta il tentativo di preservare e rilanciare questa eredità. Tuttavia, sorge la domanda: è certo che questa transizione porterà a un miglioramento rispetto al passato?
È noto che l’Accademia ha affrontato varie difficoltà, specialmente durante i due anni di gestione Covid, che hanno messo a dura prova ogni istituzione culturale. La Scuola Civica si erge quindi su una base fragile, e il rischio che diventi un mero contenitore di buone intenzioni è concreto. La cultura non può essere solo un investimento simbolico; richiede un impegno concreto e continuo.
La realtà è meno politically correct
La nuova iniziativa, lanciata dall’Amministrazione comunale e sostenuta dalla figura dell’assessore alla Cultura e Pace Lucia Albrizio, è presentata come un grande passo avanti. Tuttavia, analizzando la situazione con occhio critico, emerge che il discorso sulla musica come strumento di crescita personale e collettiva è spesso utilizzato come slogan, senza un reale sostegno strutturale.
Le statistiche parlano chiaro: molte scuole di musica in Italia faticano a mantenere standard di qualità e a garantire accessibilità a tutti. La Scuola Civica di Musica di Bollate avrà davvero i mezzi per offrire un’educazione musicale di qualità? Sarà in grado di attrarre talenti e appassionati, o rischia di diventare un’illusione che svanisce alla prima difficoltà?
Un futuro incerto
Il progetto prevede la gestione della scuola da parte del Csbno, che ha già dimostrato impegno nel settore culturale. Tuttavia, è lecito interrogarsi se questo modello possa realmente funzionare. L’integrazione tra pubblico e privato nel settore culturale è spesso complessa e porta con sé una serie di sfide. La scuola, che aprirà le porte a ottobre, deve dimostrare fin da subito di essere all’altezza delle aspettative, e non sarà facile.
La comunità di Bollate, in particolare i giovani, meritano un’educazione musicale che non sia solo una formalità, ma un’opportunità reale per esprimere il proprio talento e sviluppare la propria creatività. La Scuola Civica di Musica deve quindi impegnarsi a costruire un ambiente stimolante e inclusivo, dove ogni cittadino possa sentirsi parte integrante di un progetto culturale vivo e vibrante.
In conclusione, la nascita della Scuola Civica di Musica Città di Bollate segna un momento di transizione che merita attenzione. La strada è in salita, e il successo dipenderà dalla capacità di coinvolgere la comunità, di affrontare le sfide con coraggio e di costruire un futuro che non si limiti a ripetere il passato. È necessario riflettere su questo tema e porsi domande critiche per dare valore alla musica nella società.