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Perché l’assenza di scuolabus a Pinarolo Po è un campanello d’allarme

Il ritiro del servizio scuolabus a Pinarolo Po colpisce le famiglie, e le reazioni non si fanno attendere.

La decisione del Comune di Pinarolo Po di sospendere il servizio di scuolabus a pochi giorni dall’inizio dell’anno scolastico rappresenta un grave disagio per le famiglie. Questa scelta non riguarda solo la comodità, ma tocca il diritto all’istruzione e l’accesso equo ai servizi che una comunità deve garantire. Il sindaco Giuseppe Villani ha definito la decisione come ‘sofferta ma inevitabile’, ma la realtà è ben diversa.

Le cifre che fanno paura

Il Comune ha riportato perdite di quasi 50mila euro nella gestione dell’anno scolastico precedente, trovandosi a dover rispettare vincoli imposti dalla Corte dei conti. Tuttavia, il peso di queste scelte economiche ricade sulle famiglie. Un servizio di scuolabus non è solo un aiuto pratico, ma un investimento nel futuro dei bambini e nella coesione sociale. Quando un’amministrazione decide di ridurre questi servizi, compromette il benessere dell’intera comunità. Si parla spesso di equilibri di bilancio, ma raramente si considera l’impatto umano di tali decisioni.

In un contesto in cui la mobilità scolastica è fondamentale, la sospensione di un servizio così cruciale genera un disagio concreto. Le famiglie devono affrontare non solo la difficoltà logistica di accompagnare i propri figli a scuola, ma anche l’ansia e l’incertezza riguardo al diritto all’istruzione. Secondo le statistiche, il 40% delle famiglie con bambini in età scolare si affida al servizio di scuolabus per il trasporto quotidiano. Pertanto, la decisione del Comune si traduce in un duro colpo.

L’opposizione e il malcontento dei genitori

Il consiglio comunale, in particolare i consiglieri di minoranza, ha prontamente presentato un’interpellanza urgente per esprimere il proprio dissenso riguardo a una questione che considerano ‘gravemente lesiva del benessere delle famiglie’. Sorprende che un’amministrazione che si professa attenta alle necessità dei cittadini sia la prima a tagliare su servizi essenziali. Queste affermazioni sembrano più un modo per salvare la faccia che un impegno reale verso la comunità. L’ironia è che, mentre il sindaco proclama l’attenzione alla persona, si attuano politiche che ignorano le esigenze fondamentali dei cittadini.

Per cercare di attenuare il disagio, il Comune ha annunciato l’attivazione di un servizio di pre-scuola al costo di 30 euro al mese per bambino, in collaborazione con la cooperativa Casa del popolo. Tuttavia, come può una tale soluzione, per quanto utile, compensare la perdita di un servizio strutturato e accessibile a tutti? La realtà è meno politically correct: il nuovo servizio non è alla portata di tutte le famiglie e rischia di escludere ulteriormente le più vulnerabili.

Riflessioni finali

In conclusione, quanto avviene a Pinarolo Po deve fungere da campanello d’allarme riguardo alla gestione delle risorse pubbliche e al loro impatto sulla vita quotidiana dei cittadini. È fondamentale che genitori, famiglie e comunità non si rassegnino a subire queste decisioni, ma inizino a chiedere conto a chi è responsabile. La vera sfida consiste nel far sentire la propria voce e non accettare passivamente scelte che minano il tessuto sociale e il futuro dei bambini.

È necessario far emergere le preoccupazioni e non dimenticare mai che ogni decisione politica ha un impatto diretto sulle vite delle persone. La battaglia per il diritto all’istruzione e per un servizio di trasporto scolastico adeguato è una battaglia che coinvolge tutti.

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