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Milano: mobilitazione studentesca a favore della Global Sumud Flotilla

La mobilitazione studentesca a Milano si intensifica in risposta agli attacchi alla Global Sumud Flotilla, sollevando interrogativi sulle politiche di solidarietà.

L’indifferenza nei confronti delle ingiustizie globali rappresenta una delle malattie più gravi della nostra società. Mentre le notizie di attacchi alle imbarcazioni della Global Sumud Flotilla rimbalzano su schermi e social media, a Milano gli studenti hanno deciso di non restare in silenzio. La loro protesta non è solo una questione di solidarietà, ma un grido di allerta contro una narrazione mainstream che tende a minimizzare le violenze e le ingiustizie perpetrate in nome di ideologie politiche e militari.

La mobilitazione studentesca a Milano

Il 10 settembre 2025, il cortile dell’Università Statale di Milano ha visto l’affissione di striscioni e l’erezione di tende, segno tangibile di un presidio permanente avviato dai collettivi studenteschi in solidarietà alla Global Sumud Flotilla. Questi giovani militanti hanno chiarito le loro intenzioni: “Se toccano la Flotilla, noi blocchiamo l’università”. Tale affermazione mette in luce la loro determinazione e la frustrazione nei confronti di un sistema che, a loro avviso, sta dalla parte sbagliata.

Non si tratta solo di un atto simbolico: gli studenti intendono trasformare la loro università in un presidio attivo, un luogo di confronto e resistenza. La loro richiesta di attenzione da parte della rettrice Brambilla, che ancora tace, non è solo una questione di comunicazione, ma un appello alla responsabilità sociale delle istituzioni accademiche. La loro frustrazione è palpabile e si inserisce in un contesto più ampio di mobilitazione nazionale, che ha visto studenti di diverse università unirsi per richiedere una posizione chiara a favore della Flotilla.

Attacchi e solidarietà: un contesto scomodo

Gli attacchi alle imbarcazioni della Global Sumud Flotilla, che si propone di portare aiuti umanitari a Gaza, non sono solo eventi isolati, ma parte di una strategia più ampia. I militanti del collettivo Cambiare Rotta non esitano a definire questi attacchi come atti di terrorismo da parte dello stato di Israele, sottolineando la necessità di mantenere alta l’attenzione su questa questione. È difficile ignorare i legami tra la politica estera di molti governi e le azioni di sostegno a Israele; gli studenti milanesi non sono disposti a rimanere in silenzio di fronte a questa complicità.

Le statistiche parlano chiaro: le missioni umanitarie che tentano di sfidare il blocco di Gaza sono frequentemente ostacolate, e gli studenti si sentono in dovere di agire. Con il sostegno dei lavoratori portuali di Genova, che hanno lanciato il messaggio “se attaccano la Flotilla blocchiamo tutto”, gli studenti si preparano a un possibile sciopero generale. La loro mobilitazione rappresenta una voce emergente di protesta contro una narrativa che tende a silenziare le ingiustizie.

Una riflessione necessaria

La mobilitazione studentesca di Milano costringe a riflettere sulla posizione rispetto alle ingiustizie globali. Di fronte a una classe politica che spesso ignora le istanze di solidarietà e giustizia, gli studenti mostrano un esempio di attivismo che molti adulti dovrebbero prendere in considerazione. La loro determinazione è un richiamo affinché non ci si limiti a commentare le notizie, ma ci si impegni attivamente nella lotta per i diritti umani e la giustizia sociale.

In un mondo in cui le ingiustizie sembrano accumularsi, è fondamentale non perdere di vista il valore della solidarietà. La protesta degli studenti di Milano è un segnale che non può essere ignorato. È necessario riflettere criticamente sulle responsabilità e non lasciarsi travolgere dall’indifferenza. La storia insegna che il cambiamento è possibile, ma richiede coraggio e impegno da parte di ognuno.

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