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Milano e il traffico: come liberare le strade

Analizziamo il piano di Fedrighini per liberare Milano dal traffico e migliorare la qualità dell'aria.

Diciamoci la verità: Milano è soffocata dal traffico. Ogni giorno, le strade diventano un vero e proprio labirinto di auto bloccate, mentre i mezzi pubblici si muovono a passo d’uomo. È il segno di una città che sembra aver perso il controllo. Ma non tutti si rassegnano a questa situazione. Enrico Fedrighini, consigliere comunale di maggioranza, ha deciso di affrontare la questione di petto, dedicando un anno a studiare i dati e a proporre un piano audace per liberare Milano dalle auto private. Curioso di scoprire cosa ci aspetta? Andiamo a vedere.

Un confronto imbarazzante con le città europee

La realtà è meno politically correct di quanto si voglia far credere. Milano, con una velocità media di appena 9 chilometri all’ora per tram e bus, è ben lontana dalle performance di Berlino e Londra, dove i mezzi pubblici viaggiano rispettivamente a 19 e 18 chilometri all’ora. E non si tratta solo di velocità: l’aria che respiriamo è inadeguata, con i limiti europei sulle polveri sottili superati per oltre due mesi all’anno. Questi dati non sono solo scomodi, sono allarmanti. Ma cosa ne pensi? È accettabile vivere in una città con un’aria così inquinata?

Un altro dato da considerare è l’occupazione dello spazio stradale: il 70% delle strade milanesi è occupato dalle auto. Solo i residenti sono oltre 700 mila, a cui si sommano 650 mila veicoli che entrano ogni giorno in Area B. Un numero che fa riflettere e crea una chiara evidenza del problema. Non ti sembra che sia ora di cambiare rotta?

Il modello londinese: un esempio da seguire?

So che non è popolare dirlo, ma il modello di Londra potrebbe essere la chiave per risolvere i problemi di Milano. Nella capitale britannica, chi desidera guidare nel centro città è costretto a pagare un pedaggio giornaliero. Questo ha portato a una significativa riduzione del traffico, a mezzi pubblici più veloci e a un incremento dell’uso della bicicletta. Londra ha investito in 400 nuovi autobus a due piani, ha creato 500 chilometri di corsie preferenziali e una rete ciclabile di oltre 4.300 chilometri. La domanda è: perché Milano non dovrebbe seguire questo esempio?

Il piano di Fedrighini prevede un utilizzo più intelligente delle aree B e C. Con telecamere attive dalle 7 del mattino e un costo di 10 euro per l’ingresso in centro per tutti i veicoli, inclusi elettrici e ibridi, Milano potrebbe finalmente iniziare a fare un passo avanti. E non dimentichiamo l’idea di eliminare la sosta gratuita: chi circola deve pagare, senza eccezioni. Questo non è solo un modo per raccogliere fondi, ma una vera e propria rivoluzione culturale.

Quale futuro per Milano?

La realtà è che i soldi ricavati dalla nuova tassa sul traffico potrebbero essere reinvestiti subito per migliorare il servizio dei mezzi pubblici, potenziare le piste ciclabili e ampliare le corsie preferenziali. Restituire spazio alle persone, non alle auto. È un’idea radicale, ma necessaria. Milano non può più permettersi di rimanere bloccata nel traffico mentre altre città europee avanzano. Sei d’accordo?

In conclusione, il piano di Fedrighini non è solo una proposta, ma un’opportunità per riconsiderare il nostro rapporto con la mobilità. La chiave sta nel pensiero critico: siamo pronti a cambiare? Il re è nudo, e ve lo dico io: è giunto il momento di agire. Non possiamo più aspettare, ogni giorno che passa è un giorno in meno per migliorare la nostra città.

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