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Maltempo a Milano: il disastro silenzioso di un’infrastruttura inadeguata

Le forti piogge a Milano rivelano le fragilità di una città che fatica a gestire l'emergenza climatica.

Diciamoci la verità: Milano, la capitale della moda e della finanza, si presenta spesso come un modello di efficienza e modernità. Eppure, le recenti precipitazioni torrenziali hanno messo a nudo una realtà ben diversa, rivelando le vulnerabilità di un sistema che sembra faticare a tenere il passo con le sfide climatiche. La notte scorsa, oltre 50 millimetri di pioggia sono caduti in poche ore, lasciando dietro di sé strade allagate e disagi improrogabili, mentre l’allerta arancione continua a gravare sulla città. Ma come è possibile che una metropoli così avanzata si trovi in questa situazione?

Un’allerta che si ripete

La notte tra il 20 agosto 2025, Milano ha sperimentato rovesci intensi, e i cittadini hanno immediatamente percepito gli effetti di questo fenomeno. L’assessore alla Mobilità e all’Ambiente, Marco Granelli, ha informato la popolazione tramite social media, evidenziando che la situazione non è isolata ma si estende anche a Monza. E chi lo avrebbe mai detto? La pioggia, che in un paese come l’Italia dovrebbe essere una benedizione, si trasforma in una maledizione quando si scontra con una pianificazione urbana inadeguata e strutture obsolete. Ma ci siamo mai chiesti se siamo davvero pronti a gestire queste emergenze?

Le previsioni meteo non promettono nulla di buono: rovesci e temporali intensi potrebbero continuare a colpire la città, mentre il fiume Lambro ha già oltrepassato il livello di guardia, costringendo all’evacuazione di alcune comunità. Quello che forse sfugge a molti è che questa non è una semplice questione di pioggia, ma un chiaro segnale delle conseguenze del cambiamento climatico e della necessità di una gestione più oculata delle risorse e degli spazi urbani. Non possiamo più ignorare questi segnali, vero?

Le inadeguatezze della città

La realtà è meno politically correct: i disagi alla circolazione sono solo la punta dell’iceberg. La tangenziale Est ha dovuto chiudere diversi svincoli e la metropolitana ha subito interruzioni. Fortunatamente, la città, ancora parzialmente deserta per le ferie estive, ha visto il suo traffico ridotto. Ma cosa succederebbe se questo maltempo si verificasse in un periodo di piena attività? Siamo davvero preparati ad affrontare un’emergenza di questo tipo?

Le misure preventive, come le paratie mobili attivate per il fiume Seveso, sono certamente un passo nella giusta direzione, ma non bastano. Si tratta di soluzioni tampone, che brillano nel breve termine, ma non affrontano il problema alla radice. Le infrastrutture fatiscenti e la mancanza di un piano di gestione delle acque piovane adeguato sono questioni che devono essere affrontate con urgenza. Non possiamo permetterci di girarci dall’altra parte, non è più tempo di scuse.

Una riflessione necessaria

In conclusione, ciò che è accaduto a Milano è un chiaro monito. Non possiamo continuare a ignorare le evidenze e sperare che le cose migliorino da sole. La gestione delle emergenze climatiche deve diventare una priorità, e questo richiede un cambiamento radicale nella pianificazione urbana e nella consapevolezza collettiva. La verità scomoda è che il maltempo non è solo un evento meteorologico, ma un riflesso delle nostre scelte politiche e urbanistiche. È tempo di svegliarsi e prendere coscienza delle nostre responsabilità.

Invitiamo tutti a riflettere su come possiamo migliorare la nostra città e affrontare le sfide del futuro. Solo con un pensiero critico e una visione a lungo termine possiamo sperare di evitare il ripetersi di simili disastri. Milano merita di essere non solo bella, ma anche sicura e resiliente.

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