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Come garantire assistenza ai senza dimora: un modello da seguire

Una riflessione su come garantire assistenza e dignità a chi vive in strada attraverso il progetto Post Acute.

Quando si parla di assistenza ai senza dimora, una domanda sorge spontanea: quali sono i veri risultati raggiunti da queste iniziative? A Milano, la Fondazione Progetto Arca ha avviato un progetto innovativo che non si limita ad accogliere, ma offre anche un percorso di cura e recupero per coloro che affrontano gravi problemi di salute dopo un periodo di vita in strada. Analizzando i dati, il quadro che emerge è significativo: delle 255 persone accolte nell’ultimo anno, il 76% ha proseguito la propria vita in strutture di riabilitazione o accoglienza. Non stiamo parlando solo di numeri, ma di storie di resilienza e recupero che meritano di essere raccontate.

Un centro di assistenza per chi ne ha più bisogno

Il centro “Post Acute” di Fondazione Progetto Arca, situato in via Mambretti a Milano, è diventato un vero e proprio faro di speranza per le persone senza dimora dimesse dagli ospedali. Qui, i pazienti ricevono assistenza sanitaria e supporto sociale in un ambiente protetto, un elemento fondamentale per affrontare la delicata fase di convalescenza. Chiunque abbia avuto esperienza nel settore sa che troppe volte, dopo un ricovero, le persone si ritrovano a dover affrontare ricadute, aggravando ulteriormente il loro stato di salute. Ecco perché è cruciale avere strutture come questa.

Con venti posti letto e un’equipe composta da medici, infermieri, assistenti sociali e volontari, il centro non si occupa solo della salute fisica, ma anche del benessere emotivo dei suoi ospiti. Gli investimenti provenienti dai fondi 8xmille dell’Unione Buddhista Italiana hanno reso possibile l’implementazione di servizi che promuovono la dignità e i diritti delle persone, un principio cardine del lavoro svolto dalla fondazione. Ma ti sei mai chiesto quale impatto possa avere un’assistenza integrata sulla vita di chi è stato dimenticato dalla società?

La complessità delle condizioni di salute

È fondamentale notare che la maggior parte degli ospiti del centro presenta quadri clinici complessi, con malattie croniche e pluri-patologie accumulate nel tempo. Malattie respiratorie, problemi dermatologici e disturbi cardiaci sono solo alcune delle problematiche riscontrate. I dati mostrano che i tempi di degenza superano spesso i 30 giorni previsti dalle convenzioni, suggerendo la necessità di un intervento prolungato e mirato per affrontare situazioni critiche, spesso in fase terminale. Non è una questione di carità, ma di giustizia sociale.

Per gestire questi casi complessi, è stato sviluppato il progetto “Care for Homeless”, che ha previsto l’allestimento di ulteriori cinque posti letto dedicati al servizio ‘Sollievo’. Qui, professionisti e volontari formati offrono assistenza sanitaria, supporto psicologico e compagnia umana, cercando di alleviare la sofferenza di chi si trova in condizioni così vulnerabili. Recentemente, sono stati organizzati corsi di formazione per migliorare le competenze di ascolto e empatia degli operatori, elementi cruciali nella cura di pazienti in fase terminale. Ma quanto è difficile per un operatore ascoltare senza giudicare? Questa è una competenza che si impara, non si nasce con essa.

Lezioni da apprendere e takeaway per il futuro

Questa esperienza mette in luce l’importanza di un approccio integrato alla cura delle persone vulnerabili. Come ha sottolineato Costantina Regazzo, direttrice dei servizi di Progetto Arca, il diritto alla cura è uno dei più importanti che può venire meno quando si perde la casa. Non si tratta solo di fornire assistenza medica, ma di garantire un supporto umano e sociale a chi non ha più una rete di protezione. Ogni storia di recupero, come quella del signor Roberto, evidenzia la potenza di un ascolto sincero e della presenza umana in momenti di difficoltà. Ti sei mai chiesto quale impatto possa avere un gesto semplice come ascoltare?

Ciò che emerge è che il modello di assistenza adottato da Fondazione Progetto Arca può servire da esempio per altri centri e iniziative. La sostenibilità di tali progetti dipende dalla capacità di attrarre fondi e dal supporto della comunità. I dati raccolti finora indicano che esiste un’opportunità significativa per replicare questo modello in altre città, sempre mantenendo un focus sul diritto alla cura e sulla dignità di ogni individuo. In un’epoca in cui la solidarietà sembra spesso mancare, è fondamentale ricordare che dietro ogni numero ci sono storie di vite che meritano di essere vissute e rispettate.

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