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Riflessioni sulla crisi della Zaf e sulle prospettive di rilancio

La Zaf è in crisi, ma ci sono segnali di speranza per un rilancio sostenibile.

La situazione attuale della Zaf, storica azienda di Zibido San Giacomo, solleva interrogativi cruciali sulla sostenibilità delle piccole e medie imprese in un mercato in continua evoluzione. Con l’annuncio di una procedura di cassa integrazione straordinaria, i lavoratori si sono mobilitati, ma la vera domanda è: quali sono le possibilità di un rilancio reale e duraturo?

Un annuncio inaspettato: la cassa integrazione

Il 14 luglio 2025, i dipendenti della Zaf hanno ricevuto una notizia che ha colto tutti di sorpresa: l’azienda ha avviato senza preavviso una procedura di cassa integrazione straordinaria per cessazione d’attività. Come può una realtà così radicata, con 50 lavoratori che da decenni contribuiscono alla produzione di scaffalature metalliche per grandi magazzini, trovarsi in una situazione così critica? Negli ultimi anni, i dati raccontano di un calo degli ordinativi e di una rotazione di amministratori che ha minato la fiducia nel futuro. Ma non è solo questo: la vera mancanza è stata quella di investimenti significativi per garantire la continuità produttiva.

Emanuela Morosi della Fiom di Milano ha sottolineato un aspetto cruciale: “con un serio piano industriale e investimenti mirati, la Zaf può essere rilanciata”. Questo ci porta a riflettere su come le aziende possano trovarsi in situazioni critiche non solo per fattori esterni, ma anche per scelte strategiche discutibili. Chi non ha mai sentito parlare di aziende che hanno dato per scontato il loro successo?

Analisi dei numeri di business

Per comprendere il futuro della Zaf, è essenziale analizzare i numeri. La diminuzione degli ordinativi è un campanello d’allarme che non può essere ignorato. Qui entra in gioco il concetto di churn rate, che misura quanti clienti l’azienda riesce a mantenere nel tempo. Un churn elevato può indicare problemi di product-market fit. Se gli ordini sono calati, è lecito chiedersi: il prodotto offerto risponde ancora alle esigenze del mercato?

Inoltre, la questione del burn rate, ovvero la velocità con cui un’azienda consuma capitale, è cruciale. Se Zaf non ha investito in modo adeguato, il suo burn rate potrebbe aver superato la soglia sostenibile, portandola a questo punto critico. La lezione è chiara: senza una visione strategica a lungo termine e investimenti mirati, anche le aziende storiche possono trovarsi sull’orlo del fallimento. Nella Silicon Valley direbbero che il tempo per salvare una startup è limitato, e la Zaf è un caso emblematico di ciò.

Lezioni pratiche per i founder e i product manager

Ogni imprenditore e product manager dovrebbe prendere nota di questa situazione. Ho visto troppe startup fallire per mancanza di una visione chiara e di un adeguato allineamento tra prodotto e mercato. La Zaf offre un caso di studio perfetto: un’impresa con un passato solido che ha trascurato le necessità di innovazione e investimento. Chiunque abbia lanciato un prodotto sa che la cura costante del business è fondamentale. Non si può mai dare per scontata la propria posizione nel mercato.

La lezione più importante è quella di non sottovalutare mai l’importanza di investire in ricerca e sviluppo, ascoltare i feedback dei clienti e adattarsi alle nuove tendenze. Come si suol dire, chi si ferma è perduto, e nel mondo del business questo è ancora più vero.

Takeaway azionabili

Alla luce di quanto analizzato, ecco alcuni takeaway pratici per founder e manager:

  • Valutare costantemente il product-market fit e apportare modifiche in base alle esigenze del mercato.
  • Investire in innovazione e sviluppo per evitare di diventare obsoleti.
  • Monitorare churn rate e burn rate, per mantenere un controllo attento sulla salute dell’azienda.
  • Non sottovalutare l’importanza di un piano industriale chiaro e condiviso con tutti i membri del team.

In conclusione, la crisi della Zaf non è solo una storia di difficoltà, ma anche un’opportunità per rivedere strategie e approcci. Con una gestione oculata e un impegno verso l’innovazione, il rilancio è possibile. La storia ci insegna che le sfide possono diventare trampolini di lancio se affrontate con determinazione e lungimiranza.

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