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La verità sulle telecamere di videosorveglianza a Milano

Scopri perché il sistema di videosorveglianza di Milano è sotto accusa e quali sono i dati che parlano chiaro.

Milano si trova di fronte a una questione davvero critica: la sicurezza urbana. Ben oltre 200 telecamere di videosorveglianza risultano fuori uso, e questo non può che sollevare interrogativi sulla reale efficacia delle misure di sicurezza adottate. La consigliera comunale Silvia Sardone ha recentemente acceso i riflettori su questa situazione, sottolineando dati preoccupanti che mettono in discussione il senso di sicurezza dei cittadini milanesi. Ma ci chiediamo, è possibile sentirsi al sicuro in una città dove le telecamere non funzionano?

Un sistema di videosorveglianza in crisi

Facciamo un po’ di conti: su un totale di 2.134 telecamere installate, ben 208 non sono operative. Di queste, 170 sono in attesa di ammodernamenti, 20 sono guaste e 18 si trovano all’interno di cantieri. Questi numeri non raccontano solo una storia di inefficienza, ma evidenziano un problema ben più profondo: il sistema di sicurezza urbana non riesce a garantire la protezione necessaria ai cittadini. Chiunque abbia lanciato un prodotto sa che la manutenzione e l’aggiornamento costante sono fondamentali per il successo. Eppure, sembra che questo principio non si applichi al contesto della videosorveglianza a Milano.

Dal 2022, sono stati segnalati e risolti quasi 5.000 casi di anomalie, con una media di 123 problemi al mese. Certo, è positivo che il Comune intervenga, ma è preoccupante la frequenza con cui si verificano questi guasti. I dati di crescita raccontano una storia diversa: la sicurezza percepita dai cittadini è in calo, e questo potrebbe influire sulla qualità della vita e sull’attrattività della città stessa. Come possiamo pretendere di sentirci al sicuro se il sistema di videosorveglianza mostra così tante falle?

Investimenti e risultati: un divario preoccupante

Nonostante un investimento di 5,5 milioni di euro tra il 2021 e il 2022 per nuovi impianti e aggiornamenti, la situazione rimane critica. Sardone critica la giunta comunale, evidenziando che le telecamere non servono solo come deterrente, ma anche per identificare i responsabili di atti criminosi. Pensiamo, ad esempio, alle violenze di gruppo avvenute a Capodanno in piazza Duomo: non hanno portato a risultati tangibili, poiché non sono state ottenute immagini utili per le indagini. Ho visto troppe startup fallire per mancanza di dati e analisi: la mancanza di risultati concreti in questo contesto è un campanello d’allarme.

La questione si complica ulteriormente se consideriamo che Milano incassa un terzo delle multe da sanzioni stradali a livello nazionale. Questo solleva una domanda scomoda: è davvero prioritario mantenere attivi gli autovelox piuttosto che garantire la sicurezza reale dei cittadini? È tempo di riflessioni serie e di risposte chiare da parte delle istituzioni.

Lezioni pratiche per un futuro migliore

Questa situazione offre importanti insegnamenti per i fondatori e i product manager. Prima di tutto, è cruciale comprendere che l’implementazione di un sistema non si esaurisce nel lancio iniziale. La manutenzione e la capacità di adattarsi ai cambiamenti sono essenziali per il successo a lungo termine. Inoltre, il monitoraggio continuo delle performance è fondamentale: il churn rate e il burn rate non si riferiscono solo alle aziende, ma anche ai servizi pubblici e alla loro efficienza.

Infine, sebbene gli investimenti siano importanti, senza una strategia di implementazione e gestione efficace, essi possono rivelarsi vani. È necessario un approccio olistico che integri tecnologia, manutenzione e analisi dei dati per garantire che i sistemi di sicurezza siano realmente efficaci e rispondano alle esigenze della comunità. Come possiamo costruire una Milano più sicura se non impariamo dagli errori del passato?

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