×

Critiche alla riorganizzazione scolastica: le voci dei genitori di Sant’Ilario

I genitori di Sant'Ilario esprimono la loro preoccupazione riguardo alla riorganizzazione scolastica, evidenziando dubbi sulla trasparenza e sulla qualità dell'offerta educativa.

La recente chiusura della scuola media di via Diaz ha acceso un vero e proprio dibattito tra i genitori di Sant’Ilario, che si sentono trascurati e inascoltati dalle decisioni prese da Comune e istituzioni scolastiche. Ma quali sono le reali motivazioni dietro a queste scelte? L’idea di una riorganizzazione didattica che si estende su un periodo di due anni non solo solleva interrogativi, ma mette in luce una mancanza di trasparenza e coinvolgimento nella pianificazione. Questi eventi ci portano a chiederci: come impatteranno sulla comunità?

Le voci dei genitori: rassegnazione e richieste di trasparenza

Il Comitato Genitori di Sant’Ilario ha recentemente espresso il proprio disappunto attraverso una lettera aperta, evidenziando una rassegnazione che ha sostituito la rabbia. La frustrazione è palpabile: “Abbiamo compreso che le opzioni a disposizione non sono state valutate in modo serio”, dichiarano i genitori, sottolineando l’assenza di una commissione equa nella decisione. È chiaro che la mancanza di trasparenza nei criteri di valutazione ha alimentato la sfiducia. Ma perché è così difficile per le istituzioni spiegare le scelte? I genitori chiedono di conoscere i motivi che hanno portato a determinate decisioni, sottolineando l’importanza di un processo decisionale aperto e condiviso.

Un altro punto cruciale riguarda il numero di alunni coinvolti. Con oltre 230 studenti della scuola primaria Rita Levi Montalcini e 50 della Gianni Rodari, la gestione degli spazi diventa un tema delicato. La lettera mette in discussione la logica che ha guidato le scelte fatte e la sicurezza degli alunni. Se durante eventi come la festa di Natale non era possibile ospitare più di 252 persone, come è possibile ora gestire un numero significativamente maggiore di alunni e personale scolastico? Queste domande rimangono senza risposta, contribuendo ad alimentare il malcontento tra i genitori.

La qualità dell’offerta educativa: un aspetto da non sottovalutare

I genitori di Sant’Ilario sottolineano che ogni plesso scolastico ha una propria identità e caratteristiche uniche, legate non solo alla storia della scuola, ma anche al contesto socio-culturale in cui è inserito. La preoccupazione è che un’uniformazione forzata possa compromettere la qualità dell’offerta formativa. “La qualità e il pluralismo devono prevalere sulla mera efficienza amministrativa”, affermano, ponendo l’accento sulla necessità di rispettare le specificità di ciascun plesso. La riorganizzazione rischia di rompere equilibri consolidati e di disorientare gli studenti, un aspetto che non può essere ignorato.

Inoltre, la questione del trasporto scolastico è un tema caldo. I genitori chiedono che il servizio di scuolabus rimanga gratuito, in linea con quanto avvenuto in passato durante altre ristrutturazioni. Questa richiesta non è solo una questione economica, ma riflette una più ampia esigenza di garantire l’accessibilità e la sostenibilità del sistema educativo per ogni famiglia.

Lezioni da considerare per il futuro delle scuole

Le esperienze dei genitori di Sant’Ilario offrono spunti preziosi per una riflessione più ampia sulle modalità di gestione delle riorganizzazioni scolastiche. È fondamentale coinvolgere le famiglie nel processo decisionale, ascoltando le loro preoccupazioni e garantendo che le scelte siano basate su criteri oggettivi e trasparenti. In un contesto in cui la comunità scolastica è sempre più centrale, è essenziale che le decisioni non siano imposte dall’alto, ma condivise e comprese da tutti gli attori coinvolti.

Inoltre, è necessario ricordare che la qualità dell’istruzione non può essere sacrificata sull’altare dell’efficienza. Le scuole devono continuare a rispondere alle esigenze specifiche dei loro studenti e delle loro famiglie, mantenendo un equilibrio tra innovazione e tradizione. Solo così si potrà garantire un futuro sostenibile per il sistema educativo.

Leggi anche