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Bariana e l’abbandono di un’area commerciale: una storia di promesse non mantenute

Un'analisi approfondita dell'area abbandonata di Bariana e delle sue conseguenze per la comunità locale.

La frazione di Bariana, a Garbagnate Milanese, si trova a fronteggiare una situazione che va ben oltre una semplice questione estetica: l’abbandono di un’area che un tempo avrebbe dovuto diventare un importante polo commerciale. I residenti sono stanchi di convivere con un sito che, dal 2010, giace in un degrado inaccettabile, un chiaro esempio di come la pianificazione urbana possa fallire miseramente. Ma come è possibile che un progetto così promettente sia finito in questo stato?

Una situazione di degrado evidente

Il terreno in questione, un ampio fondo privato situato in via Montenero, è stato scavato nel 2010 e poi abbandonato, presentando un’immagine di incuria e trascuratezza. Nessun progetto è mai stato presentato al Comune per recuperare e valorizzare quest’area, che si estende su una superficie paragonabile a quella di uno stadio di calcio. Questo abbandono ha trasformato il PE4 in un vero e proprio deposito di rifiuti, dove è possibile trovare materiali di risulta, vernici e persino animali infestanti. Chi vive a Bariana non può che chiedersi: cosa ci vuole per far ripartire un progetto così importante?

Ogni giorno, gli abitanti di Bariana devono affrontare il triste spettacolo di questo scavo incompleto, che divide fisicamente il loro quartiere dal resto di Garbagnate. La frustrazione cresce, poiché questo sito non è solo un simbolo di abbandono, ma rappresenta anche un potenziale rischio per la salute pubblica e la sicurezza dei residenti. È difficile non sentirsi trascurati quando l’area che dovrebbe essere un motore di sviluppo si trasforma in un problema.

Un percorso legale tortuoso

La storia di quest’area è complessa e segnata da vicende legali che hanno coinvolto diverse amministrazioni nel corso degli anni. Nel 1985, i proprietari iniziarono a progettare un centro commerciale, ma senza i permessi necessari. Gli sviluppi si sono arenati per anni, fino a quando, nel 2010, l’amministrazione di Leonardo Marone ha cercato di sbloccare la situazione, solo per vedere l’azienda costruttrice fallire poco dopo l’inizio dei lavori. Chiunque abbia lanciato un prodotto sa che senza una base solida, il rischio di fallimento è altissimo.

Nel 2021, il terreno è stato venduto a una nuova società, composta da noti investitori, ma da quel momento nulla è cambiato. Il sindaco Davide Barletta ha sempre affermato che senza un progetto concreto non possono esserci sviluppi; una risposta che ha deluso profondamente gli abitanti, i quali si sentono ignorati e trascurati. È evidente che la mancanza di comunicazione e di azione concreta stia minando la fiducia della comunità.

Lezioni per la pianificazione urbana

La situazione di Bariana offre spunti di riflessione importanti per chi si occupa di pianificazione urbana e gestione del territorio. In primo luogo, è fondamentale che le amministrazioni locali non si limitino a rilasciare permessi di costruzione, ma monitorino attivamente il progresso dei progetti. Un’area abbandonata non è solo un problema estetico, ma un segnale di inefficienza e disinteresse che può compromettere la qualità della vita dei residenti. Nella Silicon Valley direbbero: “Fail fast, fail often”, ma in questo caso il fallimento sembra essere l’unico risultato.

Inoltre, la gestione delle aree abbandonate dovrebbe essere parte integrante delle strategie di sviluppo urbano. È necessario coinvolgere i cittadini nel processo decisionale, garantendo che le loro esigenze e preoccupazioni siano ascoltate e integrate nei progetti futuri. La creazione di spazi pubblici vivibili e sicuri è essenziale per il benessere della comunità e per la sostenibilità a lungo termine di qualsiasi iniziativa commerciale. Dopotutto, un quartiere che prospera è un quartiere in cui tutti vogliono vivere e investire.

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