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Cup unico lombardo: analisi dello stato attuale e delle sfide future

Un'analisi del Cup unico lombardo e delle sue sfide attuali, tra promesse e realtà.

Il Cup unico lombardo è un progetto ambizioso, atteso da anni, ma la strada da percorrere sembra ancora lunga. Con così tante aspettative in gioco, è lecito chiedersi: quanto è davvero realistico il cronoprogramma che ci è stato presentato? Il recente dibattito in Consiglio regionale ha messo in evidenza le criticità che affliggono questo sistema, e la risposta da parte delle autorità non sempre è stata rassicurante.

Un progetto in ritardo: la questione della tempistica

Durante la discussione del 1° luglio, Pierfrancesco Majorino, capogruppo del PD, ha sollevato dubbi sull’andamento dell’attuazione del Cup unico. L’assessore al Welfare, Guido Bertolaso, ha confermato l’intenzione di attivare il sistema in tutta la regione entro la fine del 2026, ma ha anche riconosciuto che ci sono molte criticità da affrontare. Ad oggi, Il sistema è operativo solo in tre aree: Franciacorta, Poliambulanza di Brescia e Asst Garda, mentre altre strutture, come l’Asst Brescia e il Policlinico di Milano, si stanno preparando a entrare nel circuito. Tuttavia, la situazione è complessa, specialmente per gli Spedali Civili di Brescia, dove l’elevato numero di agende richiede verifiche aggiuntive.

Questa realtà ci porta a chiederci se il cronoprogramma presentato sia davvero realistico o se rischi di essere superato dai tempi di una legislatura in scadenza. Le promesse di un sistema centralizzato di prenotazione potrebbero rimanere solo belle parole se non si affrontano le difficoltà operative in modo sistematico e con una visione chiara.

Le sfide operative e le risposte delle istituzioni

Il tema dell’operatività del Cup unico non riguarda solo le tempistiche, ma anche l’efficienza del sistema. Bertolaso ha affermato che nelle strutture dove il sistema è già attivo, le prenotazioni sono disponibili per tutto l’anno. Tuttavia, secondo l’opposizione, i tempi non sono adeguati e non rispondono alle aspettative dei cittadini. Un altro punto critico è la mancanza di chiarezza sull’inclusione della sanità privata nel sistema. Se il Cup deve diventare realmente un punto di riferimento per tutti i cittadini lombardi, è fondamentale che anche gli ospedali privati siano coinvolti in modo chiaro e trasparente.

La difficoltà di integrare vari sistemi e strutture sanitarie in un’unica piattaforma è un tema che ho visto ripetersi in molte iniziative nel campo della tecnologia. Ho assistito troppi progetti fallire perché non si tiene conto delle complessità operative e delle resistenze al cambiamento. Non basta avere un piano ben articolato; è necessario un forte impegno da parte di tutte le parti coinvolte per garantire un’implementazione efficace.

Lezioni per il futuro: cosa possiamo imparare?

La situazione attuale del Cup unico lombardo offre lezioni importanti per chi si occupa di innovazione e gestione di progetti complessi. In primo luogo, è cruciale stabilire aspettative realistiche e comunicare chiaramente le tempistiche, evitando di promettere risultati che potrebbero non essere raggiunti. Ho visto troppe startup fallire per la mancanza di una visione pragmatica e per promesse che non si sono tradotte in realtà.

In secondo luogo, la collaborazione tra pubblico e privato è fondamentale. L’integrazione di vari attori in un sistema complesso richiede una strategia ben definita e l’impegno di tutti. La trasparenza e la comunicazione aperta sono essenziali per costruire fiducia e garantire che tutti i partecipanti siano allineati sugli obiettivi comuni.

Infine, è importante monitorare continuamente i progressi e adattare le strategie in base ai dati raccolti. Solo attraverso un’analisi costante e una valutazione critica delle performance è possibile identificare aree di miglioramento e garantire una crescita sostenibile nel lungo periodo.

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