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La nuova rete di stazioni di rifornimento a idrogeno in Lombardia

Un progetto ambizioso per la mobilità sostenibile in Lombardia: cinque stazioni di rifornimento a idrogeno per promuovere una transizione energetica reale.

La Lombardia sta compiendo un passo significativo verso una mobilità più sostenibile con l’inaugurazione della prima stazione di rifornimento a idrogeno della regione. Questo evento non è solo un traguardo locale, ma rappresenta l’inizio di un progetto ambizioso da 55,4 milioni di euro volto a costruire una rete di stazioni di rifornimento strategiche tra Milano e Tortona. Ma ci si deve chiedere: questo investimento è sufficientemente sostenibile nel lungo termine?

Analisi dei numeri di business: un investimento giustificato?

Il progetto prevede la costruzione di cinque stazioni di rifornimento in punti chiave del network autostradale del Nord Italia. Già a Carugate Est è stata aperta la prima stazione, mentre altre sono previste a Carugate, Rho e Tortona. L’intero intervento è supportato da fondi nazionali ed europei, ma la domanda che ogni imprenditore dovrebbe porsi è: quali sono i dati di crescita attesi e come si tradurranno in un business sostenibile? D’altronde, chiunque abbia lanciato un prodotto sa che il successo non è mai garantito.

Il mercato europeo dei veicoli a idrogeno sta mostrando segnali di crescita significativa, con un incremento delle immatricolazioni nel 2023 che ha visto quasi 6.000 veicoli, triplicando rispetto al 2019. Tuttavia, è fondamentale considerare i costi associati alla costruzione e gestione delle stazioni di rifornimento, oltre ai tassi di adozione previsti per il mercato italiano. Secondo le proiezioni, al 2050 ci potrebbero essere 8,5 milioni di veicoli a idrogeno in circolazione in Italia. Ma siamo davvero pronti per questa transizione? I dati di crescita raccontano una storia diversa: cosa accade se la domanda non cresce come previsto?

Case study: successi e fallimenti nell’idrogeno

Ho visto troppe startup fallire per mancanza di un chiaro product-market fit. Guardando ai progetti precedenti di mobilità sostenibile basati sull’idrogeno, ci sono stati casi di successo, come il progetto H2iseO in Val Camonica, che mira a integrare il trasporto pubblico locale. Tuttavia, altri progetti hanno sofferto a causa di aspettative irrealistiche e mancanza di supporto infrastrutturale. La transizione energetica richiede investimenti solidi e una pianificazione attenta, altrimenti il rischio di fallimento è elevato.

Un esempio di questo è il caso delle stazioni di rifornimento a idrogeno in Germania, dove, nonostante la presenza di oltre 250 stazioni, l’adozione di veicoli a idrogeno sta crescendo più lentamente del previsto. Questo solleva interrogativi sulla sostenibilità di investimenti simili in Italia, dove la cultura dell’auto elettrica è già ben radicata. I dati ci dicono che la crescita non è necessariamente garantita, e i fondi investiti potrebbero non ripagarsi se la domanda non si stabilizza.

Lezioni pratiche per founder e product manager

Per i founder e i product manager che stanno considerando investimenti in tecnologie sostenibili, ci sono alcune lezioni fondamentali da apprendere. Primo, è cruciale avere dati concreti per supportare le proprie decisioni. Senza un’analisi approfondita del mercato e delle tendenze di adozione, si rischia di investire in un business che non ha un futuro sostenibile. Nella Silicon Valley direbbero che “senza dati sei solo un’altra persona con un’opinione”.

In secondo luogo, è essenziale costruire un ecosistema integrato. Non basta avere stazioni di rifornimento; è necessario garantire che siano supportate da una rete di veicoli e da politiche pubbliche favorevoli. I progetti che falliscono spesso mancano di questa visione a lungo termine, concentrandosi solo su singoli elementi piuttosto che su un approccio olistico.

Takeaway azionabili

  • Investire solo dopo aver analizzato il mercato e le proiezioni di crescita.
  • Considerare l’ecosistema complessivo e non solo la tecnologia singola.
  • Monitorare costantemente i KPI come churn rate e LTV per valutare la sostenibilità del business.
  • Essere pronti a adattarsi e modificare la strategia in base ai dati reali e non alle previsioni ottimistiche.

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