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Il caso Visibilia ha attirato l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica per le sue implicazioni legali e politiche. La Suprema corte si appresta a decidere se il procedimento giudiziario debba essere gestito a Roma, come sostenuto dalla difesa, o a Milano, secondo l’accusa. Questo aspetto è cruciale, poiché determinerà il futuro del processo e le modalità di giudizio per i vari imputati, tra cui la ministra del Turismo, Daniela Santanché.
Il procedimento riguarda l’ipotesi di truffa aggravata ai danni dell’INPS, con particolare riferimento alla gestione della cassa integrazione durante il periodo critico del Covid-19. La difesa ha argomentato che il primo pagamento della cassa integrazione è avvenuto a Roma, sostenendo così la competenza territoriale della capitale. D’altro canto, la procura di Milano ha evidenziato che la presunta truffa si sarebbe protratta nel tempo, coinvolgendo tutti i dipendenti di Visibilia, con l’ultimo pagamento registrato a Milano.
La decisione della Cassazione, fissata per il 29 gennaio, avrà un impatto significativo sul corso del processo. Se la Suprema corte dovesse optare per Milano, il procedimento proseguirà con l’udienza preliminare prevista per fine marzo, dove si deciderà se rinviare a giudizio gli accusati. In caso contrario, se il caso dovesse tornare a Roma, si riavvierà la fase delle indagini, complicando ulteriormente la situazione legale.
La giudice milanese, Tiziana Gueli, ha già richiesto il passaggio del caso alla Cassazione per evitare errori, sottolineando l’importanza di stabilire con chiarezza la competenza territoriale.