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Luca Maria Viganò, un noto medico di Monza, ha dedicato la sua vita alla cura degli altri, lavorando negli studi di medicina generale e del lavoro a Milano, oltre a prestare servizio al Teatro alla Scala. La sua carriera, segnata da una profonda umanità, è stata interrotta prematuramente a causa di una lunga malattia, ma il suo lascito rimarrà impresso nei cuori di chi lo ha conosciuto.
Figlio di Giuseppe, un infermiere dell’ospedale San Gerardo di Monza, Viganò ha sempre avuto un forte senso di responsabilità verso il prossimo.
La sua vita è stata caratterizzata da un impegno costante nel volontariato, partecipando attivamente a iniziative benefiche e aiutando le persone bisognose. La sua dedizione è stata riconosciuta anche dal Piccolo Cottolengo Milanese di Don Orione, dove ha lasciato un’eredità di generosità e impegno.
La sua amicizia con padre Domenico Vittorini, priore agostiniano di Bologna, ha avuto un impatto significativo sulla sua vita. I due si erano conosciuti durante il servizio militare in Libano, dove hanno condiviso esperienze che hanno forgiato il loro desiderio di portare aiuto e pace.
Durante i funerali, padre Vittorini ha ricordato Viganò come un uomo che ha lasciato un grande vuoto affettivo, ma anche un’eredità umana che continuerà a vivere attraverso le azioni di coloro che lo hanno conosciuto.
La comunità ha pianto la perdita di un professionista che ha sempre messo i suoi pazienti al primo posto. Anche dopo aver ricevuto la diagnosi della sua malattia, le sue preoccupazioni erano rivolte alla moglie Cinzia, alle figlie Aurora e Serena, e ai suoi pazienti.
La sua presenza costante, il sorriso gentile e l’attenzione per i malati hanno fatto di lui un medico amato e rispettato. Le Vecchie Glorie di Croce Rossa di Monza lo ricordano come un volontario attivo e brillante, sempre pronto ad aiutare.