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La guardia di finanza di Milano ha recentemente eseguito un’importante operazione di sequestro preventivo di beni per un valore complessivo di 3 milioni di euro. Questo provvedimento riguarda un uomo accusato di riciclaggio e reati tributari, aggravati dal fine di agevolare un’associazione di stampo mafioso. La decisione è stata presa in seguito a indagini approfondite condotte dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Milano, che hanno rivelato un tenore di vita elevato e lussuoso, incompatibile con il reddito dichiarato dall’imputato.
L’uomo, già condannato in primo grado dal Tribunale di Catanzaro per associazione di tipo mafioso, è ritenuto al vertice di un sodalizio criminale responsabile di plurimi reati tributari e fallimentari. Le indagini hanno messo in luce anche l’illegale somministrazione di manodopera, attività che avrebbe generato proventi poi confluiti verso una cosca di ‘ndrangheta, alla quale l’imputato è legato da vincoli familiari.
Queste informazioni sono state confermate da una nota del procuratore della Repubblica, Marcello Viola, che ha sottolineato la pericolosità sociale dell’individuo e la sproporzione tra i redditi dichiarati e il suo tenore di vita.
Le indagini economico-finanziarie hanno portato alla luce l’acquisto e il possesso di immobili situati a Milano e provincia, oltre a una consistente disponibilità su conti correnti.
Questi beni sono stati ritenuti incompatibili rispetto alle disponibilità lecite attribuibili al nucleo familiare dell’imputato. Attualmente, sono in corso le operazioni di immissione in possesso dei beni sequestrati all’amministratore giudiziario nominato dalla Sezione autonoma misure di prevenzione del Tribunale di Milano. È importante sottolineare che si tratta di una decisione preventiva e non di una confisca irrevocabile, ma rappresenta un passo significativo nella lotta contro il crimine organizzato e il riciclaggio di denaro.