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La procura di Milano ha avviato un’inchiesta di vasta portata riguardante la società Equalize, accusata di gestire un sistema di dossieraggio illecito su oltre 800mila persone. Gli inquirenti stanno analizzando ogni dato presente nei dischi sequestrati, che ammontano a quasi 15 terabyte. Questo caso ha sollevato interrogativi non solo sulla legalità delle operazioni di Equalize, ma anche sulle modalità con cui i dati venivano gestiti e archiviati.
Oltre ai quattro arresti domiciliari, la DDA ha disposto il sequestro di archivi digitali e cartacei, rinvenuti in un garage e nella sede dell’azienda, situata a pochi passi dal Duomo di Milano. La scoperta di documenti anche in Inghilterra e Lituania ha complicato ulteriormente la situazione, suggerendo che la società avesse creato una rete per eludere le indagini delle autorità italiane. La presenza di server in paesi esteri è stata una strategia deliberata per rendere più difficili le indagini.
Le intercettazioni rivelano dettagli inquietanti sulle operazioni di Equalize. Samuele Nunzio Calamucci, uno degli arrestati, ha spiegato che la scelta di collocare i server all’estero era motivata dalla volontà di ostacolare le indagini. “La Guardia di Finanza cosa mi chiederà se viene qua a rompermi?” ha dichiarato, evidenziando la sua consapevolezza riguardo alle possibili conseguenze legali. La procura ha già sequestrato un server in Lituania e sta valutando la possibilità di richiedere assistenza legale per accedere agli altri server all’estero.
Gli interrogatori di garanzia per sei persone coinvolte nell’inchiesta sono fissati per giovedì 31 ottobre. Tra gli indagati ci sono figure di spicco, come l’ex super poliziotto Carmine Gallo, che ha ricoperto ruoli significativi all’interno della società. Gli esperti informatici e altri membri del personale saranno ascoltati dal giudice per chiarire il loro ruolo nella gestione dei dati e nella creazione della rete di dossieraggio.