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Omicidio in un bar di Milano: autopsia rivela dettagli inquietanti
Il 17 ottobre scorso, un tentativo di furto in un bar di viale da Cermenate a Milano ha avuto esiti tragici.
Eros Di Ronza, un uomo di 37 anni, è stato aggredito e ucciso dai gestori del locale, Shu Zou e Liu Chongbing. L’autopsia, effettuata il 24 ottobre, ha rivelato particolari inquietanti riguardo alle ferite subite dalla vittima.
Secondo i risultati dell’autopsia, Di Ronza ha subito due ferite mortali: una al cuore e una al collo. Queste ferite, inflitte con delle forbici, sono state causate mentre la vittima era ancora viva.
Inizialmente si pensava che i colpi inflitti fossero 36, ma l’esame ha rivelato che in realtà erano circa 44. Le ferite hanno colpito in particolare la giugulare e il torace, con la ferita al cuore che ha lacerato il pericardio, causando la morte immediata.
La giudice di Milano, Tiziana Gueli, ha confermato l’accusa di omicidio volontario nei confronti dei due gestori del bar. Nonostante le circostanze del tentativo di furto, la giudice non ha riconosciuto la legittima difesa, ma ha sottolineato che l’omicidio rappresenta una “manifestazione di rabbia e frustrazione”.
Questo aspetto del caso ha sollevato interrogativi sulla legittimità delle azioni dei gestori e sulla loro reazione al tentativo di furto.
Dopo l’udienza, Shu Zou e Liu Chongbing sono stati scarcerati e posti agli arresti domiciliari. La decisione della giudice ha suscitato un acceso dibattito sull’uso della forza in situazioni di emergenza e sulla linea sottile tra legittima difesa e omicidio. La comunità locale e i media stanno seguendo con attenzione l’evoluzione di questo caso, che mette in luce le tensioni sociali e le problematiche legate alla sicurezza nei luoghi pubblici.