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Milano – Si segnalano possibili anomalie correlate a contratti pubblici, con un valore che oltrepassa i 10 milioni di euro, assegnati al noto gruppo britannico Ernst&Young tra il 2019 e il 2023.
La Guardia di finanza, coordinata dalla Procura europea (Eppo), ha avviato delle indagini su 12 delle 18 gare relative a progetti sostenuti dal Fondo Sociale Europeo (Fse) e dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (Fesr). Questi progetti riguardano principalmente la fornitura di “servizi di consulenza per un utilizzo efficiente delle risorse europee, includendo assistenza tecnica, accesso a strumenti e formazione” per la Regione Lombardia.
A seguito di ciò, le Fiamme gialle di Milano hanno effettuato perquisizioni negli uffici milanesi di Ernst&Young e in un ufficio presso Palazzo Lombardia, raccogliendo documenti, specialmente dalla Direzione Centrale Bilancio e Finanza, nell’ambito di un’indagine su possibili irregolarità nelle procedure di gara.
Tra gli indagati ci sono sei persone, tutte legate alla consultazione e assistenza legale e fiscale, compresi tre manager. Secondo le accuse, lo stesso gruppo di consulenti sarebbe stato “ripetutamente selezionato in diverse gare”, sia da solo sia in consorzio con altre aziende, provocando una sovrapposizione nei mandati. Di conseguenza, “il numero di ore lavorative riportate (i cosiddetti ‘man-days’) ha superato ciò che era concretamente realizzabile in un mese”.
Gli indagati, tra cui un dipendente di E&Y con un ufficio in Regione dedicato ai progetti, avrebbero presentato requisiti tecnici falsificati, contribuendo così all’aggiudicazione dei bandi al gigante mondiale dei servizi di assistenza legale e fiscale per imprese e enti pubblici.
In seguito all’analisi dei documenti raccolti, le Fiamme gialle, sotto la direzione dei procuratori Sergio Spadaro e Giordano Baggio, cercheranno di chiarire se alcuni funzionari della Regione, che è considerata parte lesa, siano stati implicati nei progetti sotto indagine, valutando anche se avessero conoscenza di eventuali pratiche illecite.
Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha dichiarato che “gli uffici sono impegnati nella cooperazione” e ha aggiunto che si procederà a un esame accurato prima di esprimere giudizi. In una comunicazione ufficiale, la Regione ha confermato il proprio sostegno alle indagini, indicando che i funzionari e il dipartimento legale hanno messo a disposizione tutte le informazioni necessarie per chiarire la situazione. Il Partito Democratico, rappresentato da Pierfrancesco Majorino e Pietro Bussolati, ha chiesto trasparenza, affermando che la situazione è preoccupante e inaccettabile poiché i fondi europei non dovrebbero essere gestiti con tale superficialità.
Si aspettano che il presidente Fontana fornisca chiarimenti in aula quanto prima. Ernst&Young ha, dal 2014, ottenuto regolarmente contratti, sia in modo autonomo che in collaborazione con altre aziende, per offrire servizi di consulenza alla Regione. I progetti in questione, risalenti dal 2019 al 2023, erano finanziati dall’Unione europea per garantire all’ente pubblico consulenze sull’ottimizzazione dei fondi Ue. Tuttavia, secondo le accuse, i dati forniti non riflettevano la verità, presentando requisiti tecnici “gonfiati” e altre discrepanze emerse finora in 12 progetti.
La Procura europea ha avviato le sue indagini, agendo come un ente autonomo dell’Unione Europea con una sede a Milano, dove operano magistrati esperti in questo ambito. Questo organismo ha il compito di esaminare, perseguire e portare davanti alla giustizia le infrazioni che danneggiano gli interessi economici dell’UE, comprese le frodi relative ai finanziamenti. In questa specifica situazione, i fondi coinvolti provengono dal Fondo sociale europeo, il cui scopo è promuovere l’inclusione e le pari opportunità, e dal Fondo europeo di sviluppo regionale, istituito nel 1975 per ridurre le disuguaglianze tra diverse aree.