Categorie: Cronaca
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15 Ottobre 2024 07:54

Marika Ciaccia ha affermato: “Ogni passo mi ha avvicinato a scoprire il mio posto nella vita, ed è emerso… nella bellezza della natura.”

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Marika Ciaccia, nata nel 1990, è una narratrice appassionata di natura.

Gestisce un blog, una pagina Instagram e un canale YouTube chiamato ‘My Life in Trek’, dove racconta le sue esperienze di trekking in diverse località del pianeta e fornisce suggerimenti utili a chi desidera avventurarsi nella scoperta del mondo. Ha pubblicato due opere: “La felicità ai miei piedi – l’avventura di una trekker per caso“ e “Galateo del Camminare – il trekking come stile di vita“. Recentemente, ha effettuato in solitaria la Grande Traversata delle Alpi, utilizzando anche l’attrezzatura del suo sponsor Suunto, dimostrando che l’avventura è accessibile a chiunque sia disposto a intraprendere il viaggio.

Come è nata la tua passione per il trekking e quando hai scelto di farne una professione?
“A 18 anni ho affrontato una trombosi e un’embolia polmonare che mi hanno costretta a smettere di camminare e ho anche rischiato di morire. Grazie all’intervento dei medici, sono stata salvata, ma ho ricevuto anche un chiaro avvertimento: se non avessi fatto sforzi per camminare, avrei potuto perdere una gamba. Ho preso queste parole molto sul serio.

Ho lavorato intensamente e ci sono voluti anni prima di riacquistare una mobilità normale. Si potrebbe dire che ho iniziato a praticare trekking quasi per caso. Uscivo nei boschi per sfuggire all’inquinamento urbano e, nel tempo, ho cominciato a sentirmi meglio, sia mentalmente che fisicamente. Condividevo le mie esperienze sui social. All’inizio, i miei contenuti erano racconti di trekking scritti con molta naturalezza e un pizzico di ingenuità, dato che non pensavo che potesse diventare un lavoro.

Successivamente, ho ricevuto le prime offerte da alcune aziende, soprattutto dopo la pubblicazione su YouTube del video del mio cammino di Santiago, che ha riscosso successo. Da quel momento, ho deciso di passare a Instagram, organizzare meglio la mia attività, svilupparmi professionalmente e diventare guida escursionistica. Ho creato anche un blog, “My Life in Trek“, dove avevo la possibilità di organizzare il mio lavoro in modi diversi: all’inizio condividevo percorsi tramite foto e video sui social, poi fornivo informazioni più dettagliate sul blog.”

Ti consideri un’influencer?
“Forse sì, nel mio ambito.

Tuttavia, ci sono ancora molti pregiudizi nei riguardi di questa figura. I contenuti che pubblichiamo rappresentano solo una piccola parte del lavoro che c’è dietro.”

Qual è l’interazione con i suoi seguaci?
“Mi sono sempre impegnata a mantenere una comunicazione aperta: condivido il mio modo di lavorare, e parlo sia dei successi che delle difficoltà. Non avrebbe senso nascondere la verità, specialmente in un ambito come il mio, che riguarda il trekking.

Incontro spesso persone che mi seguono online e che mi raccontano di avere provato alcuni sentieri che ho suggerito. È una delle gioie più gratificanti”.

Cosa ha fatto prima di dedicarsi al trekking?
“Ormai da otto anni vivo viaggiando e camminando, ma prima di arrivare a questo stadio stavo cercando il mio posto nel mondo. Ho seguito un corso triennale di naturopatia che mi ha fornito solide basi teoriche. Tuttavia, il mio primo impiego è stato come assistente di un dentista: stare in un ambiente con aria condizionata e luci artificiali non era certo ciò che desideravo, essendo una persona che ama la natura.

Anche durante il Cammino di Santiago ho affrontato incertezze. Capivo chiaramente cosa non volevo dalla vita, ma la vera sfida era scoprire le mie aspirazioni. Una trombosi mi ha insegnato presto quanto la vita sia fragile, e sentivo il dovere di valorizzare il regalo che avevo ricevuto”.

Quali sono stati i suoi primi sentieri?
“Inizialmente ho acquistato una guida per esplorare diversi percorsi di trekking nei pressi della mia abitazione, così da apprezzare le meraviglie del mio territorio.

Successivamente, ho iniziato a dedicarmi a itinerari più sfidanti, come il Cammino di Santiago e il tour del Monte Bianco, che attraversa Italia, Svizzera e Francia”.

Il tuo rapporto con l’ambiente naturale?
“Nutro una profonda passione per tutto ciò che è naturale; infatti, le mie escursioni possono durare anche molte ore. Mi piace perdermi tra le meraviglie della montagna, osservando attentamente ogni piccolo dettaglio intorno a me. Raccogliere fiori ed erbe da utilizzare in cucina o per preparare cosmetici è un’attività che adoro, oltre a cercare pietre e minerali.

Queste pratiche, che richiedono tempo, mi permettono di instaurare un legame intenso con l’ambiente. La cosa che mi entusiasma di più è l’incontro con animali selvatici”.

Quali sono stati i trekking più memorabili recentemente?
“È davvero complicato fare una selezione, ma al primo posto metterei la straordinaria traversata delle Alpi. A seguire, il tour del Monte Bianco, la Via del Sale in Liguria, i sentieri delle Madonie e la Riserva dello Zingaro in Sicilia”.

Nel periodo di luglio e agosto ha affrontato la Grande Traversata delle Alpi. Qual è stato il motivo di intraprendere questo viaggio da sola, e com’è andata?
“L’anno scorso ho avuto la possibilità di collaborare a molti eventi e programmi televisivi. Questi impegni hanno inevitabilmente ridotto il tempo dedicato alle mie escursioni. Per questo ho scelto di compiere la Traversata, per riconquistare la connessione con la montagna e la natura che tanto mi dà.

È andata molto bene, anche se il mio corpo ha impiegato un po’ a riadattarsi all’ambiente. È stata una sfida impegnativa: ogni giorno affrontavo salite e discese. Dolori alle articolazioni e fatica sono stati i miei compagni, ma ne è valsa la pena. Anche se ci sono stati momenti di solitudine, ho avuto l’opportunità di incontrare molti viaggiatori tedeschi e francesi, ma nessun italiano, il che mi ha sorpreso, considerando che questa terra è la nostra casa, e dovremmo esplorarla di più”.

Hai mai provato una sensazione di pericolo?
“All’inizio nutrivo diversi preconcetti. Una donna che si avventura da sola nella natura è spesso vista come vulnerabile. Ho conosciuto molte altre donne che mi hanno sconsigliato di uscire in solitudine, e questo mi ha rattristato. Se non siamo noi a promuovere il cambiamento, nessun altro lo farà. Tuttavia, non mi sono mai sentita minacciata e non ho mai incrociato persone con cattive intenzioni”.

Quali suggerimenti dà a chi è alle prime armi con il trekking?
“La cosa più importante è avere chiara la meta. Ripeto sempre che il percorso inizia da casa, poiché è essenziale raccogliere il maggior numero di informazioni sul cammino che si intende intraprendere, per valutare se sia adatto a noi o se sia meglio optare per un’altra destinazione. Un aspetto cruciale per un’escursione di successo è sicuramente disporre dell’equipaggiamento adeguato.

Non sottovalutate l’importanza dei calzini, sono altrettanto fondamentali delle scarpe…”.