Categorie: Cronaca
|
15 Ottobre 2024 19:45

L’inchiesta Hydra ha rivelato legami tra associazioni mafiose della Lombardia. La Corte d’Appello ha concesso un riscontro positivo alla Procura, sottolineando l’esistenza di “interessi condivisi tra le mafie tradizionali”

Condividi

Il "sistema mafioso lombardo": un'organizzazione criminale solida e adattabile, infiltrata nell'economia e beneficiaria delle riforme, secondo le indagini

Un accordo solido e durevole tra i soggetti coinvolti nelle organizzazioni criminali tradizionali, come mafia, camorra e ’ndrangheta, si manifesta attraverso una cooperazione nei fondi, l’organizzazione di risorse, e la creazione di società.

Questi aspetti sono tutti orientati verso un obiettivo comune: il guadagno attraverso varie attività illecite. Questo è ciò che è stato definito come il “sistema mafioso lombardo” secondo l’indagine della procura di Milano, il quale è stato “annullato” dal giudice per le indagini preliminari Tommaso Perna, ma ora il Riesame ha deciso di ripristinare le indagini denominate Hydra.

Indagini denominate Hydra

Nel corso dell’anno scorso erano stati autorizzati 11 arresti su 153 misure di sicurezza, mentre ieri il tribunale delle Libertà ha aggiunto 13 arresti “virtuali” in attesa del parere della Cassazione.

Tra le figure chiave della ricerca figurano Giuseppe Fidanzati, Gioacchino Amico e Massimo Rosi. Questi nomi rappresentano in modo emblematico le organizzazioni mafiose attive in Lombardia, collegabili, a seconda dei casi, alle famiglie di Cosa Nostra dei Fidanzati e dei corleonesi, alla ‘ndrangheta dei gruppi Iamonte e Romeo e alla camorra della famiglia Senese.

Le indagini hanno rivelato chiaramente che l’associazione ha mostrato una notevole presenza in diversi settori dell’economia lombarda, sviluppando costantemente nuove iniziative e dimostrando un’ottima capacità di adattamento alle richieste sociali.

In particolare, ha beneficiato ampiamente delle riforme economiche, sfruttando misure legislative ideate per stimolare l’imprenditorialità e affrontare la crisi causata dalla pandemia, come l’Ecobonus per il settore edilizio e le opportunità nel campo sanitario.

Struttura dell’associazione

La lunga ordinanza non concorda con le opinioni del gip e il collegio guidato da Luisa Savoia (con i giudici Monica Amicone e Caterina Ambrosino) sottolinea che, a partire dall’intercettazione che illustra la formazione di un impero, è evidente che l’associazione ha una struttura propria.

Inoltre, i membri, appartenenti alle mafie storiche di Milano e del varesotto, danno vita a una collaborazione limitata, condizionata da un contesto territoriale lombardo, dove le azioni concrete mostrano una chiara caratterizzazione mafiosa, senza tuttavia che questo implichi una fusione tra organizzazioni mafiose o la rinuncia alla propria appartenenza mafiosa originaria.