Categorie: Cronaca
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14 Ottobre 2024 09:09

Investita mentre era in bicicletta da un camion per il cemento: “La ciclabile presenta numerosi problemi”

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Indagini sulla pista ciclabile e incidente mortale: dubbi su progettazione e responsabilità

Sono stati completati tutti gli accertamenti richiesti dalla Procura riguardo la pista ciclabile tracciata sull’asfalto, nell’ambito dell’inchiesta in seguito all’incidente mortale che ha coinvolto Cristina Scozia, 39 anni, massaggiatrice olistica e personal trainer, lasciando una figlia di sei anni.

Le indagini mirano a stabilire se la pista sia stata progettata considerando adeguatamente i rischi per gli utenti.

Indagine su possibili irregolarità

Marco Granelli, assessore alla Sicurezza del Comune e ex assessore alla Mobilità, è stato inserito nel registro degli indagati dai pubblici ministeri di Milano con l’accusa di omicidio colposo per la morte della 39enne, travolta da un camion betoniera all’incrocio tra via Francesco Sforza e corso di Porta Vittoria, sollevando dubbi su possibili irregolarità.

A fine dicembre si era appreso che a Granelli, nel suo ruolo di ex assessore, era stato notificato un verbale di identificazione e designazione di domicilio in merito a questo incidente. Questi atti erano stati redatti a tutela degli indagati, che includono oltre a Granelli anche due tecnici comunali, in preparazione degli accertamenti che la Procura ha realizzato sulla costruzione della pista ciclabile, situata a breve distanza dal Tribunale. Nell’indagine, coordinata dal pm Mauro Clerici sotto la supervisione dell’aggiunto Tiziana Siciliano, è indagato per omicidio stradale anche il conducente del camion.

In questo caso, come in altri incidenti a Milano, la vittima potrebbe essere stata colpita a causa del “punto cieco”, riducendo la visibilità per il conducente.

Anomalie emerse dagli accertamenti

Dopo i due accertamenti effettuati dalla Procura, sono emerse delle anomalie riguardanti l’installazione di due segnali prima della curva, la sincronizzazione dei semafori e una lacuna normativa riguardante le distanze dagli incroci e le priorità nelle piste ciclabili, che vengono trattate come corsie per veicoli a motore.

Il camion cisterna stava girando a destra verso corso di Porta Vittoria, partendo da via Sforza, quando ha travolto la donna che stava pedalando rapidamente sotto la pioggia, con il cappuccio alzato, il che le ha probabilmente ridotto la visibilità laterale. Il pubblico ministero Clerici ha richiesto un’analisi approfondita, esaminando anche le attività degli uffici comunali. È emerso subito che il camion non era dotato di sensori per il monitoraggio degli angoli ciechi e aveva segnalato la direzione di svolta.

Entrambi, sia la betoniera che la ciclista, avevano il semaforo verde e pare che la donna avesse raggiunto la “casa avanzata”, lo spazio dedicato alle biciclette davanti alla linea di arresto, in seguito alla luce verde. Si sospetta che la ciclista volesse continuare lungo via Sforza, ma è stata colpita dal camion (il conducente di 53 anni ha dato esito negativo ai test per alcol e droghe) che ha girato quando il semaforo era già attivo.

Per pochi istanti, la donna si è trovata nella corsia al momento più critico, occupando l’area del punto cieco del mezzo. Quindi, chi deteneva la precedenza in quella pista ciclabile trattata come una corsia per automobili?