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“Amore mio, il rumore che fai da lassù è insopportabile…
Finalmente avrai la giustizia che ti spetta, anche se non potrò riabbracciarti mai più. Ti amerò per sempre”. A fianco, un cuore disegnato ricorda la profondità del suo sentimento. “Distrutto come il nostro sogno di un futuro insieme”. G., la compagna di Manuel Mastrapasqua, il trentunenne tragicamente scomparso a causa di un accoltellamento, esprime il proprio dolore immenso: “Non riesco a trovare le parole”. Nonostante ciò, sente il bisogno di scrivere.
Le promette che ci sarà giustizia, mentre la consapevolezza di non poterlo mai più riabbracciare la consuma interiormente. Così, la sua furia verso il colpevole esplode: “Scopriremo chi è stato, te lo assicuro”, annota con decisione.
Infatti, G. risiedeva in Liguria, mentre Manuel si trovava a Rozzano. Organizzare incontri non era affatto semplice, ma ogni occasione era buona per rivedersi. Si erano incontrati a settembre e tra gli ultimi scatti condivisi c’era un’immagine carica di passione, un bacio intenso. Ora, tuttavia, l’ultima foto che la ragazza ha pubblicato come immagine del profilo è semplice: un profondo colore nero, simbolo del suo lutto. Un chiaro segno del dolore persistente, temperato solo dai messaggi affettuosi dei suoi amici e dai ricordi che rimarranno legati a Manuel.
Ieri, un’amica di lui ha messo in evidenza quanto fosse semplice Manuel, un tratto che costituiva la sua forza. Non cercava nulla di speciale: il suo desiderio era avere una casa e un domani accanto alla fidanzata. Lavorava duramente per risparmiare, affrontando molti sacrifici, e spesso tornava a casa con i mezzi pubblici anche di notte, poiché non possedeva ancora un’automobile, il che lo esponeva a vari rischi.
La sua routine prevedeva prima la metropolitana e poi un tram, con un breve tratto a piedi per raggiungere il portone di casa. Sul posto di lavoro, non si sentiva mai il suo lamento e non causava mai problemi. Era noto per arrivare in anticipo e, prima di entrare, sorseggiava un’aranciata o fumava una sigaretta, raccontano alcuni sorveglianti.
“La sua vita ruotava attorno alla famiglia e alla fidanzata”, hanno spiegato alcuni amici. “Per alleggerire l’atmosfera, dato che la sua compagna era lontana, mi aveva chiesto di dirle: ‘Fortunata te che sei in Liguria, anziché in un posto come Rozzano'”, racconta un’amica, ricordando i momenti di allegria condivisi. Oggi, tuttavia, sono rimasti solo dolori. “Manuel sta facendo sentire la sua presenza – scrive la fidanzata – anche dal cielo.
Per lui andrò avanti: deve ottenere giustizia”.