Novate Milanese, 9 ottobre 2024 – Minako Manxhari, un albanese di 45 anni, rimane in custodia cautelare dopo essere stato arrestato dai carabinieri della compagnia di Rho durante il fine settimana scorso.
L’uomo è accusato di aver tentato di uccidere Maskmn, un ragazzo di 18 anni di origine ucraina, figlio della compagna. La misura cautelare è stata confermata dal giudice per le indagini preliminari di Milano, Domenico Santoro, su richiesta del pubblico ministero Paolo Storari. Secondo quanto emerso dalle indagini condotte dai carabinieri del Nucleo radiomobile di Rho e della stazione di Novate, Manxhari avrebbe esploso un colpo d’arma da fuoco durante una violenta discussione, ferendo gravemente il giovane al collo.
Il 18enne, subito trasferito in codice rosso all’ospedale Niguarda di Milano, ha subito un intervento chirurgico e attualmente non è più in pericolo di vita; nei prossimi giorni sarà interrogato dagli inquirenti. La sera dell’incidente, il ragazzo non era presente nell’abitazione, dove si era scatenata una furiosa lite tra la madre, una donna di 39 anni di nazionalità ucraina, e l’uomo. Le grida della madre hanno svegliato i due figli: un fratello di 15 anni e una sorella di 6 anni.
È stato il più piccolo a scappare di casa per cercare aiuto, trovando il 18enne che si trovava con alcuni amici. Insieme ad altri cinque compagni, Maskim si è recato all’appartamento in via XXV Aprile per affrontare il patrigno. Qui, la discussione è degenerata e, secondo le ricostruzioni, l’uomo ha estratto una Beretta 84, che risultava detenuta illegalmente, ferendo il figliastro al collo. Poco dopo, i carabinieri e un’ambulanza sono giunti sul posto.
L’albanese, bloccato e condotto in caserma, è stato ascoltato dal pubblico ministero di turno, Storari. Ha riconosciuto il suo errore e ha raccontato che, da quando i due ragazzi provenienti dall’Ucraina sono arrivati, l’atmosfera domestica era diventata sempre più tesa, subendo frequentemente insulti e aggressioni da parte dei due fratelli. È accusato anche di possesso illegale di un’arma da fuoco, che risulta rubata nel 2013 a Sassuolo, e nella sua abitazione sono state rinvenute altre quaranta munizioni dello stesso tipo.