Caso Visibilia: l’Inps richiede di partecipare al processo come parte lesa
L’istruttoria è incentrata su una presunta frode ai danni dell’ente.
L’Inps ha avanzato la richiesta di costituirsi come parte civile durante l’udienza preliminare che coinvolge Daniela Santanché, insieme ad altri due accusati e due aziende, nell’ambito di un procedimento per frode aggravata ai danni dell’Istituto, relativo al caso Visibilia.
Questa udienza ha avuto inizio oggi sotto la supervisione del giudice dell’udienza preliminare di Milano, Tiziana Gueli. Il focus è su uno degli aspetti del caso Visibilia, in cui Santanché è accusata, insieme al suo partner Dimitri Kunz.
Le autorità contestano una frode aggravata legata alla cassa integrazione durante il periodo del Covid. L’Inps è rappresentato legalmente dall’avvocato Aldo Tagliente.
Secondo gli inquirenti, Marina Gravina e Luigi Luzi, le due aziende Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria, affiliate al gruppo fondato dalla ministra del Turismo, avrebbero erroneamente richiesto e ottenuto la cassa integrazione in deroga per 13 dipendenti, accumulando un importo di 126mila euro, nonostante i lavoratori fossero attivi.
Gli inquirenti sollevano dubbi su presunti illeciti che avrebbero causato danni significativi all’Inps.
A marzo era stata decisa la chiusura delle indagini su questo aspetto, e a maggio la procura di Milano ha richiesto il rinvio a giudizio per le aziende, Santanché, Kunz e Giuseppe Concordia, un collaboratore esterno incaricato della gestione del personale. Tutti sono accusati di aver “falsamente dichiarato” che i lavoratori fossero in cassa “a zero ore” mentre in realtà svolgevano attività lavorativa da remoto.