Oggi si celebra la giornata nazionale “Sfratti Zero” e a Milano i gruppi di inquilini organizzano due manifestazioni antisfratto per assistere chi si trova in gravi difficoltà sociali.
L’iniziativa è stata comunicata dall’Unione Inquilini, uno dei gruppi attivi in questo ambito. La situazione relativa all’emergenza abitativa a Milano è descritta come “particolarmente preoccupante”, e il Comune non fornisce risposte adeguate nella maggior parte dei casi, nemmeno per le situazioni più critiche che coinvolgono famiglie con bambini, anziani, disabili e malati, molte volte lasciati senza alcun supporto o con soluzioni temporanee non soddisfacenti.
Le due azioni di protesta si concentrano su situazioni “estreme e rappresentative”, come lo sfratto di un ottantenne invalido con gravi patologie in via Della Pila 57, e quello di una famiglia di profughi palestinesi con due bambini disabili che vive in un alloggio Aler in via Quarti 28.
Quest’ultima è considerata senza titolo a causa di un subaffitto e, secondo le normative attuali, l’unica opzione disponibile è l’accesso agli RST (Residenze sociali temporanee).
L’Unione Inquilini e altre organizzazioni presenti continuano a sollecitare apertamente un rinvio degli sfratti, mirato a trovare soluzioni abitative dignitose. Chiedono inoltre che le autorità nazionali e locali agiscano in modo concreto per affrontare l’emergenza abitativa che colpisce sempre più persone. Propongono di iniziare utilizzando immediatamente i sedicimila appartamenti vuoti di Aler e del Comune di Milano, oltre a quelli gestiti da enti pubblici, come il Pat con 300 unità e Ats Milano, che detiene circa 100 alloggi non occupati.
Non è una novità che Milano e la Lombardia detengano il primato negativo per il numero di sfratti, come confermato dai recenti dati del Ministero dell’Interno. Nella regione e nell’area metropolitana milanese sono principalmente lavoratori con stipendi compresi tra 1.000 e 1.400 euro al mese. Nel corso dell’anno passato, Lombardia ha registrato 6.931 sfratti totali: 5.751 per morosità, 1.175 per fine locazione e solo 5 per esigenze del locatore.
Si tratta di un incremento del 13,7% rispetto all’anno precedente. Gli sfratti eseguiti hanno raggiunto circa la metà, attestandosi a 3.391. A Milano, il numero complessivo è stato di 2.178 sfratti, di cui 1.687 per morosità e 491 per fine contratto. Solo Roma e Torino hanno una situazione peggiore rispetto alla capitale lombarda, con 5.081 sfratti nella città laziale, in aumento del 21%, e 2.362 a Torino, in calo del 4,8%.
Nella regione Lombardia, dopo Milano, si trovano Bergamo con 767 sfratti (+102,3%), Brescia con 721 (+11,7% rispetto all’anno precedente) e Monza con 717 (+71,5% dal 2022 al 2023). Secondo il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, la situazione della morosità nelle abitazioni popolari è preoccupante: “È chiaro che dobbiamo affrontare questo problema, poiché da un lato ci sono i diritti dei proprietari, inclusi quelli del Comune; dall’altro, ci sono le esigenze urgenti di chi non riesce a coprire il pagamento dell’affitto.
Questo è un argomento serio, e proseguiremo con il nostro progetto, con la speranza di presentare a breve un piano abitativo significativo”.
Sala ha inoltre programmato un incontro con i rettori universitari il 11 ottobre per discutere l’ulteriore questione dell’aumento degli affitti e della necessità di spazi per gli studenti. “Sì, ci sarà un incontro – ha confermato il sindaco –. È fondamentale che ci sia una cooperazione reciproca; inviterò le università a unirsi a noi, consapevoli che la risoluzione non avverrà rapidamente.
Tuttavia, con una visione a lungo termine, la situazione può migliorare. Chiederò supporto, ma offrirò anche la nostra assistenza; abbiamo ancora molte aree da riqualificare e vedremo se potremo costruire nuovi alloggi per studenti”.