Categorie: Cronaca
|
8 Ottobre 2024 20:25

Dalla detenzione all’edilizia: “Il domani è nelle nostre mani”

Condividi

Lavoro in carcere: un'opportunità di riscatto e crescita per i detenuti

La Costituzione è chiara: la pena deve rispettare l’idea di “rieducazione del condannato”.

Tuttavia, questo diventa problematico in un contesto carcerario sovraffollato, dove i detenuti sono ridotti alla loro condanna, ostracizzati dalla società e esclusi dal settore lavorativo. La loro situazione rappresenta un’emergenza spesso ignorata, ma all’interno di questa desolazione si trova una speranza: un’iniziativa lanciata dal carcere di Opera. Si tratta di un laboratorio che forma i detenuti nel campo dell’edilizia, facilitando il loro reinserimento lavorativo.

Recentemente, si sono mostrati i risultati raggiunti dopo un anno di attività, in un evento trasmesso in diretta streaming dalla sede di Assimpredil Ance.

Moustapha, un detenuto che ha ottenuto un lavoro appena terminato il corso, condivide: “Ho notato un cambiamento nella mia vita. Hanno fiducia in me e questo mi dà forza. Adesso, il mio futuro dipende da me”. Queste parole evidenziano come la possibilità di lavoro rappresenti una chance di riscatto e di crescita personale per chi ha sbagliato.

“Il loro mondo inizia a riempirsi di colori”, afferma Don Gino Rigoldi, figura centrale del progetto.

Il percorso formativo include 16 ore dedicate alla sicurezza e 80 ore sull’arte muraria e la costruzione di piccole strutture. Luca Cazzaniga, presidente di Esem-Cpt, osserva: “Penso che questo sia il primo laboratorio edile in un carcere in Italia”, sottolineando il valore del protocollo collaborativo con diverse entità, tra cui l’amministrazione penitenziaria e altri partner.

Il progetto permette alle aziende edili di assumere detenuti che richiedono questa possibilità.

Queste imprese sanno che il lavoratore dovrà tornare in carcere al termine dell’impiego, ma non sono a conoscenza dei suoi reati. Le aziende traggono vantaggio, poiché possono contare su manodopera esperta. Anche il Paese ne beneficia, dato che il lavoro contribuisce a un incremento del PIL e riduce il tasso di recidiva, rendendo i luoghi più sicuri. Tuttavia, il maggior vantaggio va al detenuto, il quale riscopre una dignità che credeva perduta per sempre.

“Il cammino è ancora lungo – afferma Regina De Albertis, presidente di Assimpredil Ance – ma abbiamo incontrato persone straordinarie pronte a mettersi in gioco per creare nuove occasioni