Categorie: Cronaca
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7 Ottobre 2024 02:39

A Milano, due persone su tre optano per la cremazione. Questa scelta non è motivata soltanto da ragioni economiche, ma riflette anche un cambiamento nella considerazione verso il culto dei defunti

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La cremazione a Milano: una scelta economica e in crescita per i residenti

A Milano, quasi due terzi dei residenti scelgono di essere cremati immediatamente dopo la loro scomparsa.

Le tradizionali sepolture sia a terra che nei loculi sembrano ormai appartenere al passato. Secondo l’associazione Federcofit, che rappresenta 90 aziende del settore funerario in Lombardia, la percentuale di cremazioni nella città è intorno al 70%. Dallo studio dell’ufficio statistiche del Comune, nel 2023 le cremazioni hanno raggiunto le 12.113 unità su un totale di 15.902 decessi, inclusi residenti e non. Rispetto all’anno precedente, quando le cremazioni furono 13.102, si registra un aumento nel numero totale dei decessi (17.083).

Aspetti economici

La prevalenza della cremazione è in gran parte influenzata da aspetti economici: i costi sono generalmente più contenuti, non solo per il lungo termine, eliminando le spese per l’esumazione al termine della concessione del loculo o della sepoltura, ma anche subito, poiché non si richiede un cofano funebre elaborato e le concessioni cimiteriali risultano più economiche. Secondo le stime, l’acquisto di un cinerario a Milano e nella sua provincia oscilla tra 700 e 800 euro, mentre per un colombario la somma può arrivare a 5.000 euro, e per una tomba la spesa può superare i 25.000 euro.

Cambiamento culturale

La crescita delle cremazioni è particolarmente evidente nelle aree settentrionali densamente popolate, ed è stata favorita da un cambiamento culturale, con il Vaticano che ha iniziato ad approvare questa pratica, prima meno accettata. “Se si opta per tenere l’urna a casa o per disperdere le ceneri in natura, è possibile rinunciare anche alla celletta cimiteriale”, aggiunge Davide Veronese, presidente di Federcofit e gestore dell’agenzia Pirovano.

Caduta del culto dei defunti

Secondo Maurizio Cremascoli, proprietario delle onoranze funebri Certosa ed Europa, si sta osservando una caduta del culto dei defunti, segno della frammentazione delle famiglie. Nei cimiteri, di domenica, si vedono pochissime persone, prevalentemente anziani. Negli ultimi anni, ci sono state ripercussioni negative per i marmisti, poiché si è registrato un forte calo nelle richieste di tombe e accessori in bronzo. Le grandi cooperative specializzate in allestimenti funebri sono ormai scomparse. “Quando ho iniziato la mia carriera, circa cinquant’anni fa, era comune decorare l’intero portico di una casa in quartieri come l’Isola e il Ticinese,” aggiunge.

Anche le classi più abbienti sono colpite da questa tendenza. Carole Maguet, alla guida di Onoranze La Simonetta, sottolinea che l’interesse per l’acquisto di cappelle di famiglia al Monumentale è scemato rispetto a venticinque anni fa. Non è raro che, alla scadenza della concessione di un’edicola dopo 99 anni, gli eredi, pur non avendo difficoltà finanziarie, non siano più motivati a rinnovarla. Daniele Contessi, amministratore di Outlet del Funerale, spiega che il rito funerario tradizionale ha subito un ridimensionamento e che molte aziende del settore hanno incrementato in modo eccessivo i costi dei funerali classici, facendo sì che il mercato si orientasse verso soluzioni più semplici e meno costose.

“Comprendiamo il dolore legato alla perdita, ma invitiamo le famiglie a non scegliere il primo operatore che incontrano e a richiedere sempre un preventivo,” conclude.