Cologno Monzese (Milano) – I lavoratori, insieme ai sindacati, sollecitano un intervento rapido da parte del Governo, in seguito all’approvazione unanime dei materiali di sostegno alla vertenza Siae da parte delle amministrazioni comunale e regionale.
Ivan Comotti della Fiom regionale ha dichiarato: “Entro il 16 marzo, che segna la scadenza del contratto di solidarietà, dobbiamo definire una nuova struttura societaria in vista di sfide importanti come il 5G e l’adozione dell’intelligenza artificiale nei posti di lavoro. Abbiamo sei mesi per elaborare il piano industriale e dare inizio ai colloqui: il tempo è poco”.
Dopo il confronto al Pirellone, si procederà verso il ministero per delineare le strade strategiche da intraprendere.
La situazione nel centro di via Buonarroti è critica. Mauro Piersante, Rsu Siae, ha comunicato: “Gli stipendi di agosto sono stati pagati solo a fine settembre. Siamo 560 lavoratori che negli anni hanno fatto crescere questa azienda ai massimi livelli. Abbiamo svolto turni anche notturni e nei weekend, senza mai fermarci nemmeno durante la pandemia. Ora, però, 140 di noi sono stati dichiarati esuberi, considerati superflui”.
Anche nella controllata Sm Optics, composta da 223 dipendenti impegnati nel settore ricerca, sviluppo e assistenza tecnica per tecnologie ottiche, la situazione non è migliore. Elena Pozzoli, Rsu Sm, ha raccontato: “Nel 2003 eravamo la Silicon Valley italiana; ora, dopo dieci anni, ci troviamo a lottare con continui richiami agli ammortizzatori sociali, stipendi in ritardo di quasi un mese e assenza di welfare e fondi Cometa”.
Da più di dodici mesi si discute della possibilità di vendere una divisione aziendale, ma al momento il risultato rimane incerto.
Qualora la transazione con i partner francesi andasse in porto, con la fuoriuscita di 100 dipendenti, si eviterebbe il ricorso ai licenziamenti collettivi: l’azienda ha previsto un numero di esuberi compreso tra 60 e 90. “La questione Siae è di grande rilevanza pubblica – sottolinea Pozzoli –. Siae è un patrimonio collettivo: rappresenta un marchio storico di significato nazionale, come recentemente riconosciuto dal Ministero del Made in Italy, e non possiamo rimanere a guardare mentre avvengono processi di depauperamento.” Già nel 2003 si erano salvati 250 impieghi, ricorda Mario Bresciani, un dipendente di Sm.
“Quella scelta si è rivelata utile per il Paese intero, per il sostegno alla ricerca e alla produzione di dispositivi per le reti ottiche che utilizziamo ogni giorno per lavorare da remoto, per giocare, per lo streaming e per le comunicazioni. Siamo aziende strategiche: queste competenze devono essere preservate non solo per noi, ma anche per le future generazioni di tecnici, che rischiano di emigrare all’estero dove vengono accolti con favore.”