Negli ultimi giorni, il numero di contagi è aumento di uno rispetto alla scorsa settimana, e due in più rispetto a due settimane fa, portando a un totale di 58 casi in cinque mesi.
L’epidemia di legionella emersa tra il 25 Aprile e il 1° Maggio nelle aree di Corsico e Buccinasco mostra segni di rallentamento, ma la situazione non è ancora risolta. Corsico continua a essere l’epicentro del focolaio, con il 90% dei casi, mentre Buccinasco resta ferma con soli sei contagi negli ultimi due mesi. È rassicurante notare che il numero dei decessi è rimasto stabile, con quattro persone, tutte di età superiore ai settant’anni e con patologie preesistenti, decedute tra la fine di giugno e metà agosto a causa dell’infezione.
L’età media dei contagiati, secondo il più recente rapporto aggiornato al 30 settembre 2024 pubblicato sui portali dell’Ats Metropolitana e dell’Istituto superiore di sanità, è di 72 anni, con l’88% dei pazienti che presenta già fattori di rischio. Attualmente, sei persone sono ricoverate in ospedale. Corsico sta attuando misure preventive, come la clorazione dell’acquedotto, e si spera che da parte di chi è ancora malato possano emergere informazioni preziose per i tecnici dell’Ats Metropolitana.
Questo potrebbe contribuire a chiarire le origini del focolaio nel Sud Milano, il primo significativo dopo quello del 2018 a Bresso, dove era stata identificata una possibile fonte comune di contagio in una fontana pubblica.
In Corsico e Buccinasco, le analisi effettuate in oltre ottanta location avevano escluso l’origine del batterio in spazi pubblici e nelle grandi torri di raffreddamento, sebbene sia stata riscontrata la presenza del batterio negli impianti domestici di diversi condomini.
Secondo quanto riportato nel bollettino dell’Iss, l’indagine epidemiologica sta avanzando con l’analisi molecolare dei ceppi per analizzare la loro proliferazione e le origini dell’infezione riscontrata nei pazienti. È fortemente suggerita, quando possibile, la raccolta di campioni di secrezioni respiratorie dai pazienti, affinché i laboratori clinici possano eseguire non solo il test per l’antigene della legionella nelle urine, ma anche coltivazioni e analisi tramite PCR in tempo reale su tali campioni.
Se presso il laboratorio ospedaliero non sono disponibili queste tecniche, è consigliato inviare i campioni al laboratorio nazionale specializzato nelle legionelle dell’Iss.