A breve distanza dall’università Cattolica si trova un angolo verde relativamente sconosciuto ai milanesi.
Il giardino Aristide Calderini, affascinante e pittoresco, nasconde le vestigia di Palazzo Corio, una costruzione del Quattrocento, probabilmente progettata da Bramante e distrutta durante la Seconda guerra mondiale. Oggi possiamo ancora ammirare i resti del portico d’ingresso, abbelliti da statue e avvolti da piante rampicanti. Sull’altro lato, una stele in metallo, eretta nel 1996, commemora un giovane deceduto in un incidente, che trascorreva qui molto del suo tempo.
Al centro dell’area si trova una “piazzetta” recentemente costruita, contornata da diverse panchine. “È un luogo tranquillo e piacevole,” osserva Miriam Lai, studentessa intenta a risolvere un sudoku. “Vengo qui cinque giorni alla settimana tra una lezione e l’altra.” Anche Andrea Marzio, ricercatore sistemato su una panchina, condivide il suo pensiero: “È una ‘bolla’ ristoratrice nel caos, frequentata soprattutto da studenti.” Tuttavia, non mancano le critiche. “Spesso ci sono spazzatura e escrementi di cane per terra,” lamenta Cristina Cuminetti, residente nelle vicinanze.
“Sarebbe uno spazio splendido, se solo venisse curato meglio da tutti noi.”