Categorie: Cronaca
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4 Ottobre 2024 03:54

Curva Sud, il dominio di Luca Lucci: legami rischiosi e le leggi del leader. “Da noi comanda uno solo”

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Milano – Al centro di tutto c’era il Toro.

Legami controversi con figure legate ai clan. Il commercio relativo alla catena di negozi in franchising Italian Ink. Un’alleanza commerciale con il rapper Fedez. E, chiaramente, il controllo a distanza della curva e delle attività illecite legate al Meazza in ambito milanista.

I documenti dell’inchiesta che ha fatto piazza pulita dei gruppi organizzati di tifosi al secondo anello di San Siro dipingono un quadro dettagliato di Luca Lucci, il leader indiscusso della Sud.

Un’autorità che nessuno si sogna di contraddire. Un sovrano che ha stilato un insieme di regole chiare per i suoi seguaci. Si tratta delle sue “norme”, come evidenziato dagli investigatori nei report che hanno alimentato l’inchiesta dell’Antimafia, che lo ha nuovamente portato in carcere: se un panettiere di piazza Axum risponde alle minacce, è necessario “contattare Luca” per capire come agire; se si confronta con il noto pluripregiudicato a capo dei Fedayn napoletani, si deve chiarire che al secondo anello blu nessuno agisce autonomamente e che “da noi quello che decide una persona è noto a tutta la Curva”; se un suo luogotenente, come Christian Rosiello, manca di rispetto a Francesco Intagliata, figura di spicco della Nord, sarà Luca a “porre le scuse a nome suo” e a “prendere provvedimenti”.

In sintesi, nulla accade senza il volere di Lucci: “Dal 2009 sono alla guida della curva”, afferma lui durante una conversazione con l’ultrà juventino Loris Grancini, legato al suo ex compagno Giancarlo “Sandokan” Lombardi. “Ogni atto di violenza, ogni minaccia, ogni ferimento e ogni aggressione fisica nei confronti dei membri di altri gruppi con la stessa passione calcistica sono stati concepiti per ottenere il dominio completo sulla curva, vista come un’area commerciale da proteggere ad ogni costo da qualsiasi tipo di pericolo, in particolare da quelli provenienti dalle frange di tifosi milanisti che tenterebbero di minacciare la loro supremazia e il loro business”, scrivono gli inquirenti della Squadra mobile e dello Sco.

Questo modello verrà adottato anche dai rivali, sebbene con esiti disastrosi: il tentativo di unificazione della curva Nord sarà ostacolato dalla rivalità terminata in violenza tra Andrea Beretta e Antonio Bellocco.

Nei documenti esaminati, gli investigatori scrutinano le relazioni rischiose di Lucci e i suoi legami con individui in contatto con membri dei clan. La lista dei pubblici ministeri include Rosario Calabria e Saverio Trimboli. Il primo “è legato a Domenico Papalia, nato nel 1983, figlio di Antonio, che appartiene all’omonima famiglia di ’ndrangheta attiva nell’area di Milano (specifically Corsico e Buccinasco)”.

Per quanto riguarda il secondo, il suo passato giudiziario rivela un accordo per furto nel 2001 e uno per lesioni nel 2008, oltre a essere implicato in un’inchiesta sul traffico di droga; i magistrati chiariscono che l’incidente riguardante le lesioni aggravate “è relativo a un fatto accaduto a Bianco”, in provincia di Reggio Calabria, “dove fu bloccato dai carabinieri e arrestato insieme a Domenico Papalia e Rosario Calabria”.

In aggiunta, figura Islam Hagag, noto anche come Alex Cologno, che vanta innumerevoli “connessioni calabresi” che gli permetteranno di inserirsi nell’organizzazione di concerti estivi con Fedez e altri artisti in quattro locali situati a Catanzaro Lido, Corigliano Calabro, Roccella Jonica e Gioia Tauro.

Le indagini suggeriscono che, “per realizzare tali iniziative”, si sarebbe avvalso di “cugino Ciccio”. Chi è? Secondo la Dda, è Francesco Barbaro, trentenne di Locri, “figlio di Rocco Barbaro, nato a Platì il 30 giugno 1965, soprannominato ‘u Sparitu’, uno dei membri più influenti della ’ndrangheta nel mandamento jonico”.

Tracce della loro amicizia emergono già dal 21 ottobre 2023, quando sul profilo Instagram dell’indagato è stata pubblicata un’immagine che li mostrava insieme davanti all’Italian Ink di Rosate.

Questo è uno dei saloni di tatuaggi appartenenti alla catena di franchising di cui Lucci detiene l’80%. Inoltre, Hagag ha un legame consolidato con A.G., che è imparentata con la famiglia di Pasquale Zappia, noto come il “Mastro generale della Lombardia”, arrestato e condannato nell’operazione antimafia Infinito.

Davanti al negozio di Cologno Monzese, che fungeva da base operativa per Lucci quando era libero di uscire secondo le disposizioni del giudice, le telecamere hanno registrato incontri significativi: dal capo ultrà del Rione Sanità di Napoli Gianluca De Marino, con precedenti per associazione mafiosa e un fratello coinvolto nella camorra, fino al pugile Francesco Terlizzi, condannato a tre anni e mezzo nel caso riguardante una presunta associazione a delinquere legata a Davidino Flachi, figlio di don Pepè.