Categorie: Cronaca
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3 Ottobre 2024 13:54

Resoconto dalla linea 90 di Milano: “Oggi sono intervenuto per fermare una lite, temevo di dover andare in ospedale…”

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Ecco un resoconto contemporaneo dalla linea 90 di Milano: “Oggi ho placato una rissa, temevo di dover andare all’ospedale…” Questa frase si inserisce in un viaggio “normale” sulla 90, e offre uno spunto per una conversazione su WhatsApp.

Sebbene possa sembrare insignificante, riflette la realtà attuale… Questa situazione, pur legata alla linea 90, potrebbe adattarsi a molte altre esperienze: “Oggi ho placato una rissa, temevo di dover andare all’ospedale…” Recentemente mi ha colpito una conversazione, seppur semplice, con una persona a me molto vicina. Apparentemente banale, ma purtroppo emblematica dei nostri giorni. Ve la presento, riassunta e con alcune espressioni rivisitate, tipiche della nostra cultura locale.

Il messaggio di WhatsApp diceva “Ho placato una rissa sulla 90, temevo di dover andare all’ospedale”.

Negli ultimi tempi, gli eventi si susseguono rapidamente… e cosa ci facevi in quella situazione? “La 90 era strapiena. Dopo la fermata di Romolo, è salito un uomo anziano che ha cominciato a lanciarsi in insulti contro GLI STRANIERI CHE AFFOLLANO MILANO. Naturalmente, ero circondato da circa 35 persone di origine araba. Loro cercavano di evitare conflitti, fissando il nulla. Ma poi quell’individuo ha iniziato a spingere un ragazzo per costringerlo a scendere.”

Non l’ho più incontrato, evidentemente, e per fortuna non ero sola.

“Ah, quindi hai partecipato attivamente alla discussione!” “Abbiamo iniziato a chiedere al signore (che parlava con un forte accento del sud, proprio come il tuo, ndr) di fermarsi immediatamente, visto che Milano è un luogo d’accoglienza, come lui ben sa.” “E lui ha iniziato a urlare: ‘MA VOI DA CHE PARTE STATE? ANDATE A FARE IN C**O, M**DE! Invece di proteggere i confini, difendete questi LADRI, TERRORISTI’.” Che personaggio! “Allora uno dei ragazzi si è girato e gli ha spiegato che stava andando a lavorare, si spacca la schiena nei cantieri e che oggi rischiava di perdere il lavoro a causa dei ritardi (sempre della 90, ndr), guadagnando una miseria ma restando qui per aiutare la sua famiglia.” “E lui, invece, ha cominciato a sputargli addosso.” “Un ragazzo ha provato a fermarlo, esortandolo a calmarsi prima di avere un infarto, visto che probabilmente nessuno sarebbe intervenuto, dato il suo comportamento.” “Il ragazzo arabo è sceso affranto, mentre gli altri continuavano a ricevere insulti per altri dieci minuti.” Che schifo! “E il signore anziano urlava: ‘Chiamate la polizia, INFAMI!’” “Io gli ho risposto: ‘Mi basterebbe vedere il suo biglietto, dato che ha spinto fuori un ragazzo che sicuramente ne aveva uno per andare al lavoro.’”

Mentre lei può rimanere a casa con la pensione che le forniamo, anche per colui che l’ha offesa, “Non ho idea di cosa mi avesse urlato, ero già stanca e in disordine, pronta a concludere una giornata che era appena cominciata.” Sì, e questi sentimenti di impotenza si faranno sempre più sentire, alimentati dall’odio di alcune fazioni.

“L’unica cosa che mi ha fatto piacere è stata vedere dei giovani schierarsi contro quell’uomo maleducato.” Giovani italiani? “Già. A quest’ora l’autobus 90 è strapieno di studenti dello IED, e credo anche della Bocconi.” Comunque, da un paio d’anni parlo di un’autoestinguente umanità. Mi sembra che tu sia arrivata alla mia stessa conclusione ottimistica… “Beh, in fin dei conti è tutto un cerchio. Dobbiamo estinguerci come sono scomparsi i dinosauri.

L’unica cosa che mi consola è pensare che potremmo morire prima di assistere alla fine del mondo. Se ciò fosse necessario per dar vita a una nuova civiltà valida, ben venga l’asteroide.” Non avremo bisogno dell’asteroide… “Sì, per dirne una… C’è troppo rancore, troppo egoismo, troppa violenza, troppa miseria, fame, e povertà. Ma che senso ha tutto ciò?” Nessuno, ma è un prodotto di questa società confezionata per noi.

Non credo ci sia molto da aggiungere. L’episodio, che sembra banale, è qualcosa che stiamo osservando sempre più frequentemente. Non sempre è espresso a gran voce e con evidenti segnali, ma si manifesta in mezze frasi, nel sottinteso, nelle espressioni e nei sospiri in risposta a certe affermazioni. È sempre più facile individuare un capro espiatorio per le proprie difficoltà e miserie.

Tuttavia, non otterremo mai progressi semplicemente gridando a chi ci circonda, sia esso un estraneo, un rivale politico, un amico o qualcuno che non conosciamo.

La diversità o l’uguaglianza tra noi non cambiano il fatto che ci troviamo di fronte a un interrogativo complesso: “Qual è la nostra vera essenza oggi?”