Categorie: Cronaca
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1 Ottobre 2024 08:55

Regali preziosi. Il dipinto per Palmeri e altri doni: “Devo agire”

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Giuseppe Calabrò, settantiquattrenne con legami alla ‘ndrangheta, riceveva ogni mese un compenso di mille euro per garantire “protezione”.

Questi si dichiarava a corto di fondi a causa di “difficoltà finanziarie” con i suoi avvocati, dovendo affrontare un processo per il rapimento di Cristina Mazzotti, che però perse la vita nel 1974 durante il suo sequestro. Un’altra cifra, pari a quattromila euro al mese, veniva versata a Vittorio Boiocchi fino al 29 ottobre 2022, giorno in cui il capo ultrà venne ucciso in un agguato. Gherardo Zaccagni, un imprenditore (ora agli arresti domiciliari), doveva pagare un certo prezzo, incluso il “lubrificare” qualche ingranaggio, per mantenere la gestione proficua dei parcheggi di San Siro.

Per questo aveva scelto di ingaggiare Giuseppe Caminiti, un individuo con un passato criminale che vantava un periodo di detenzione passato insieme a Renato Vallanzasca: “Ho assunto Pino proprio come Berlusconi ha assunto lo stalliere (riferimento a Vittorio Mangano, ndr), perché non voglio problemi allo stadio”. Nel 2020, tutta l’attenzione era concentrata sul parcheggio dell’ippodromo. La possibile costruzione di un nuovo stadio avrebbe limitato la disponibilità di posti auto intorno a San Siro, garantendo così un quasi monopolio.

“Costruiranno lo stadio”, diceva Zaccagni il 22 luglio 2020 durante una intercettazione, “e si rivolgeranno a coloro che gestiscono la Snai per parcheggiare le loro auto”. Questo scenario include un presunto pagamento di una tangente di cinquemila euro a “figure non chiaramente identificate” della società Snaitech, proprietaria dell’ippodromo, per avere accesso ai parcheggi del piazzale dello Sport.

Zaccagni si era pavoneggiato facendo notare che il posto auto sarebbe suo per i successivi 12 anni, come risultato delle sue continue visite a un particolare luogo.

In alcune intercettazioni si è evidenziata la possibile interazione con membri delle forze dell’ordine, e la ricerca dell’individuo ideale da “influire” per rendere meno severi i controlli delle forze dell’ordine locali. “Ero talmente influente da avere acquistato anche l’assessore”, si vantava Mauro Russo, uno degli indagati, lasciando intendere un certo grado di legame con personaggi politici non ben identificati. Si prevede anche un sospetto atto di corruzione perpetrato da un manager della società M-I Stadio, partecipata da Inter e Milan.

In questo quadro si inserisce l’imputazione di corruzione privata a Manfredi Palmeri, consigliere di centrodestra, che avrebbe accettato un dipinto intitolato “Duomo, Milano” dell’artista cinese Liu Bolin. “Io ho già comprato da Manfredi il dipinto” dichiarava Zaccagni nel 2023, “Costa 10mila”. Avrebbe poi distribuito altri cinquemila euro, apparentemente, “a quello del contratto con il Milan”. Palmeri, riesce a respingere le accuse in una dichiarazione: “Non ho mai favorito nessuno, nel mio lavoro allo stadio non ho potere decisionale”.

Tra gli inquisiti per estorsione spicca anche Marianna Tedesco, affiliata a Fratelli d’Italia a Cologno Monzese e compagna di Matteo Norrito, membro del consiglio direttivo dell’Inter e figura chiave nei rapporti tra le due curve. Norrito è anche partner d’affari del milanista Luca Lucci in attività di barbiere.