Lascio tutto sistemato.
Elio Franzini esce dal Palazzo di Giustizia di Milano e si dirige verso via Festa del Perdono, segnando il suo ultimo giorno nel ruolo di rettore. Un duplice senso di libertà, come sottolinea con un pizzico di ironia. Da oggi, la nuova rettrice sarà Marina Brambilla; ieri si è concluso il processo di primo grado riguardante le presunte irregolarità nei concorsi. Non ci sono state obiezioni da parte dei pubblici ministeri, e dopo due ore di discussione, si è giunti a una sentenza.
Come si sente ora, rettore? Ho ricevuto l’assoluzione piena. E non perché il reato sia inapplicabile; la verità è che l’accusa non ha fondamento. Ero convinto di questo, ma il fatto di avere il riconoscimento del Tribunale mi libera da un peso. Esco soddisfatto e con dignità. Spero di ritrovare un po’ di tranquillità. Ha mai considerato di rassegnare le dimissioni in questi mesi? Dopo le manifestazioni di supporto da parte dei miei colleghi, assolutamente no.
Inoltre, sono convinto che si debba essere considerati innocenti fino all’ultimo grado di giudizio. Anche l’università non ha mai messo in discussione la mia situazione. Nella campagna elettorale, questo argomento è stato solo brevemente accennato. Certo, non posso negare il carico emotivo che ho portato, ma non ha inciso sulle mie decisioni. Da filosofo, ho cercato di trasformare questa esperienza in un libro. È stato un’esperienza terapeutica? Sì, scrivere mi ha giovato.
In agosto ho pubblicato “Logica della verità”; pur non affrontando eventi di cronaca, racconta la mia vicenda da filosfo. Parlo di me stesso, in fondo. Ho provato a dare un significato a tutto ciò. La sentenza solleva interrogativi sul futuro dei concorsi e sull’assunzione di personale? A mio avviso, è necessario modificare il sistema di reclutamento per allinearlo agli standard universitari europei.
Riflette sull’impossibilità di definire criteri per le selezioni nei concorsi.
Affidare il processo al destino significa non valutare le capacità necessarie per l’università. Ritengo sia fondamentale poter identificare i candidati e successivamente giudicarli in base ai loro risultati. Anche Enrico Gherlone, rettore dell’Università Vita-Salute San Raffaele, è stato assolto; non avevo dubbi al riguardo. La questione non esiste. Pur non volendo entrare nel dettaglio del processo, è consueto che i rettori comunichino tra loro. Sono sempre stato sereno: non felice, ma tranquillo.
Come ha trascorso l’ultimo giorno in qualità di rettore? Nel mio ufficio da docente, mentre in rettorato si svolgevano le pulizie (sorride). Ho deciso di concentrare le mie lezioni di Estetica nel secondo semestre – offrirò 120 ore – per evitare che gli studenti perdessero tempo con le ultime scadenze, ma ho già un programma fitto di colloqui con loro. Questo è il mio lavoro. Ha qualche consiglio per Marina Brambilla, la sua successora? La qualità fondamentale per un rettore è l’equilibrio: è essenziale ricordare che il rettorato è una posizione accademica, non politica, e che prima di decidere bisogna ascoltare tutti, viste le immense sfide che ha davanti.
Mind, Città Studi e altro ancora.