Categorie: Cronaca
|
30 Settembre 2024 07:40

I leader delle tifoserie rigide di Inter e Milan sono stati detenuti: le due fazioni del Meazza sono state “dismantellate”

Condividi

La polizia ha effettuato un’ampia operazione nelle prime ore del lunedì, arrestando 19 individui, tra cui importanti esponenti dei gruppi ultras sia della curva Nord che Sud al Meazza.

Questi arresti sono risultato di un’indagine riguardante ipotetiche associazioni criminali collegate ai due gruppi di tifosi.

Questa indagine, guidata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Milano, è incentrata sulle attività collegate allo stadio San Siro. Si presume che un’orgia di commerci, tra cui la rivendita di biglietti a prezzi elevati, parcheggi, merchandising e la vendita di bevande all’interno dello stadio, sia stata condotta autonomamente o divisa tra i due gruppi.

Il “patto di non aggressione” tra i cugini ultras avrebbe facilitato le operazioni di entrambi i gruppi, che ora sono state praticamente annullate.

I reati ipotizzati includono associazione a delinquere con l’aggravante del metodo mafioso, estorsioni, percosse. Tra gli imputati – 16 in prigione e 3 agli arresti domiciliari – la maggior parte sono affiliati ai gruppi ultras delle due principali squadre di calcio di Milano. Tutti i crimini sospettati sono collegati all’ambiente del calcio, come sottolineato da un comunicato della questura.

Quasi tutti i membri del comitato direttivo sono stati arrestati. Le figure più eminenti del Sud, fra cui i fratelli Lucci, Francesco e Luca, il loro leale Islam Hagag – noto come “Alex Cologno” che ha recentemente patteggiato una sentenza per un’aggressione fuori dal Meazza -, l’uomo di 42 anni Alessandro Sticco – conosciuto come “Shrek”, anche lui punito per la stessa aggressione – e Christian Rosiello, 41 anni, coinvolto in un’incursione sotto casa del personal trainer delle celebrità Cristian Iovino, picchiato dopo una disputa in un nightclub con Fedez, del quale lo stesso Rosiello è bodyguard, sono finiti dietro le sbarre.

Lo stesso destino è toccato alle figure di spicco del Nord: Marco Ferdico, 39 anni, una figura di primo piano tra gli ultras interisti dopo l’omicidio di Vittorio Boiocchi, noto come “Zio”; suo padre Gianfranco; “Maurino” Mauro Nepi, il cantante del secondo anello verde; Matteo Norrito, 39 anni, e “Renatone” Renato Bosetti, 54 anni, sono tutti finiti in prigione.
Omicidi, aggressioni, interessi e ultras
L’indagine della squadra mobile, diretta da Alfonso Iadevaia, ha ricostruito pressioni sulle società, atti di violenza, interessi riguardanti i parcheggi – con imprenditori legati alla ‘ndrangheta – e l’ambizione delle due curve di avere interessi in un vasto range di affari.

L’ex capo ultras della Inter, Andrea “Berro” Beretta, è indicato come l’assassino di Totò Bellocco, erede di una famiglia della ‘ndrangheta e deceduto la mattina del 4 settembre a Cernusco. Secondo quanto riportato dal colpevole, la decisione di eliminare Bellocco sarebbe stata presa da Beretta nel tentativo di prevenire un potenziale attacco a suo carico. Bellocco, infatti, era sempre più coinvolto nelle operazioni della Nord, cosa che illustra l’interesse crescente delle ‘ndrine nel mondo ultras.

La Nord è stata altresì accusata di aver agevolato una famiglia ‘ndranghetista.

Successivamente all’omicidio, la curva della Nord si è riorganizzata cambiando da Curva Nord 1969 Milano a curva Nord, con Renato Bosetti, fondatore degli Old fans, a fungere da nuovo leader. Questo, fino all’ordine di custodia cautelare notificata anche a Beretta.

Dal canto suo, la curva Sud è da tempo sotto la signoria di Luca Lucci, famoso per aver preso parte a indagini relative al traffico di droga e per la sua iconica stretta di mano con Matteo Salvini durante una festa del Milan.

Negli ultimi mesi, gli ultras del Milan hanno più volte preso parte ad atti di violenza, tra cui l’aggressione di aprile a Motta Visconti, dove un uomo è stato brutalmente picchiato da un gruppo che includeva vari membri della Sud.