Categorie: Cronaca
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29 Settembre 2024 13:40

La sospensione della Cittadella della Scala è oggetto di una disputa legale con l’azienda perdente, la quale sostiene di essere stata eliminata ingiustamente dal concorso

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Il consorzio Cadel ha sollevato una questione legale riguardando l’appalto per la Grande Fabbrica della Scala, a seguito della loro esclusione da una competizione in cui erano risultati primi.

Questa decisione è stata presa in base ad un bando europeo del valore di 25 milioni di euro, che il consorzio ritiene ingiustamente applicato. La società ha rinunciato a chiedere la sospensione dei provvedimenti contestati, a patto che il caso venisse assegnato a giudici per un’udienza immediata, fissata per il 6 novembre. Quindici aziende hanno partecipato alla gara per la realizzazione della Cittadella del Piermarini, un progetto che mira a unificare depositi e laboratori teatrali in un’unica sede nel quartiere Rubattino.

La classifica è stata stabilita il 6 giugno dalla commissione giudicante, sommando i punteggi delle offerte tecniche ed economiche. Al primo posto si è classificata Cadel con 79,77 punti, seguita da Gedi Group con 75,91 e da Paco Pacifico Costruzioni spa con 74,22. Tuttavia, il gestore del progetto ha richiesto ulteriori indagini sulla validità dell’offerta di Cadel, notando uno scostamento significativo nelle spese relative ai materiali e al trasporto.

Allo stesso modo, Gedi Group è stata chiesta di fornire dettagli sulla documentazione relativa ai costi del lavoro. A seguito delle verifiche, l’offerta di Cadel è stata dichiarata “non affidabile”, mentre quella di Gedi è stata considerata in conformità con i costi del lavoro e le retribuzioni minime stabilite dalla legge.

Risultato: Cadel è stata esclusa e l’appalto è stato assegnato a Gedi. Il verdetto ha provocato polemiche tra i perdenti, che hanno menzionato una “grave irregolarità”.

Le accuse rivolte all’ente appaltante riguardavano principalmente il presunto ribasso del “16,6%” sul costo del lavoro effettuato da Gedi Group, che avrebbe creato una discrepanza di costi (-820.421 euro) e di ore lavorative (-26.892) che non è stata adeguatamente valutata da chi ha assegnato l’appalto. Questa controversia ha spinto i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil a chiedere delle spiegazioni durante un incontro svoltosi in Prefettura il 25 luglio scorso.

Secondo il Comune, stando alla delibera approvata di recente, le procedure sono state osservate correttamente: “In base alle dichiarazioni e ai documenti forniti dal settore Appalti di opere pubbliche, il reclamo risulta infondato”.