La trattoria toscana Torre di Pisa, con 70 anni di storia incastonati nel cuore di Brera, ha ottenuto un ulteriore onorevole titolo: quello di Locale storico d’Italia.
Questa distinzione, patrocinata dal Ministero dei Beni Culturali, è riservata a quegli estabilimenti che hanno mantenuto invariate la loro insegna e ubicazione per almeno sette decenni. Secondo le cronache, la Trattoria, situata in via Fiori Chiari, ha preso il posto di una delle ultime case di tolleranza di Milano, successivamente alla promulgazione della legge Merlin. Ancora oggi si conserva il documento che il 12 marzo 1959 concedeva la licenza alla prima incarnazione della trattoria, orgogliosamente esposta sotto vetro.
La storia del ristorante è riempita di illustri visitatori – Silvio Berlusconi vi ha entusiasmantemente svelato i piani per il progetto Milano 2, Catherine Deneuve ha gustato pasta e fagioli accanto alle sorelle Fendi, e John Kennedy Jr. ha condiviso funghi e fiorentina con l’elegante Bessette. Tutto, dalle tovaglie al pavimento, è stato mantenuto nel tempo per preservare l’atmosfera originale, dice Fabio Cortesi, che con la madre Mariuccia e la sorella Silvia, ha ereditato la gestione del ristorante dal padre Alberto.
Lui, un “principe” della ristorazione di lusso, toscano di nascita ma milanese da 65 anni, ha acquisito la Torre di Pisa con la sua famiglia tra il 2001 e il 2003. Questo recente riconoscimento si unisce ai precedenti conseguiti dai ristoranti della famiglia, tra cui il Santa Lucia e il Torre di Pisa, entrambi Locali Storici d’Italia, e i ristoranti “I 4 Mori“ e il Charleston, riconosciuti come “Bottega storica”.
Nomi illustri come Fiorucci, Ferrè, Benetton, Sharon Stone e Laura Antonelli hanno fatto la storia di questa taverna toscana, con i suoi tavoli di legno. Negli anni ’60, secondo quanto riportato da Edgarda Ferri nel suo libro ed evidenziato anche nella festa di lunedì per la recente distinzione ottenuta, “Feltrinelli era un frequentatore serale fisso, sempre seduto al solito tavolo”. Attualmente, l’oasi gastronomica rimane un baluardo per le famiglie della borghesia milanese, mantenendo vive le ricette tradizionali.
La presenza maggiormente di giovani è qualcosa che riempie di orgoglio me e mia sorella. “È un riconoscimento ai nostri genitori che ci hanno trasmesso la passione per questo mestiere e l’importanza di valorizzare i luoghi”, sottolinea Cortesi.