Categorie: Cronaca
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27 Settembre 2024 04:09

“L’udienza iniziale ha avuto luogo, con la testimonianza di un gruppo di abitanti affermando ‘La Torre su via Stresa ci priva di due ore di luce’.”

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Una signora residente accanto alla Torre Milano, un grattacielo di 24 piani situato in via Stresa, si è costituita parte civile, dando così inizio all’udienza preliminare per otto implicati, tra cui imprenditori, progettisti, tecnici e funzionari del Comune.

Sono accusati di presunti abusi in campo edilizio. Solo la vicina è stata ammessa come parte del processo, con la possibilità di richiedere risarcimenti. Il Comune era prevedibilmente assente. La giudice Teresa De Pascale ha rinviato la discussione al 23 gennaio. Secondo le indagini condotte dai pm Paolo Filippini, Marina Petruzzella e Mauro Clerici, il progetto di costruzione della Torre avrebbe dovuto avere la qualifica di “nuova costruzione” piuttosto che di ristrutturazione, poiché prevedeva la demolizione totale con ricostruzione e recupero dell’integrale superficie del piano esistente.

Invece, le autorità edili, guidate da Marcello Viola, fra cui Giovanni Oggioni e Franco Zinna, responsabili del settore edilizio e urbanistico, avrebbero approvato il progetto nel 2018 come ristrutturazione, favorendo economicamente gli imprenditori costruttori. Un comitato di cittadini aveva precedentemente presentato una denuncia riguardo alla questione.

“Non era pensabile erigere un’edificazione di 85 metri (…) che domina su edifici che non superano i sette o otto piani.” Essi rilevano che la torre ha sottratto due ore di luce solare invernale al giorno, dalle 14:00 alle 16:00, compromettendo inoltre la vista.

Questo è uno dei punti chiave dell’esposizione presentata alla Procura il dicembre scorso dai cittadini di Via Stresa riuniti nel gruppo “Torre Impossibile”.