La foto visibile nella pagina rappresenta efficacemente un tema problematico attraverso la sua singola illustrazione.
E’ chiaramente un problema rilevante. La foto mostra uno dei casellari posizionati nei garage o nei depositi dell’Atm. Precisamente, lo zoom è sul casellario del 41, una linea di superficie, un servizio di autobus. I numeri laterali rivelano gli autisti che dovrebbero essere al lavoro per quel specifico turno, il primo turno del giorno: un totale di sei. Tuttavia, nel giorno in cui è stata scattata la foto, c’era solo un conducente in funzione.
Questo si evince da un fatto molto semplice: quando un autista inizia il suo turno, deve prendere e portare con sé, dentro lo scompartimento del bus, la tabella che sporge dai buchi del casellario. Questa tabella mostra infatti l’itinerario, le fermate e i tempi che scandiscono la linea. Ma come si può osservare, cinque delle sei tabelle sono ancora al loro posto. Perché cinque degli sei autisti erano assenti quella mattina.
E solo uno era in funzione. Questo è ciò che è accaduto sulla linea 41 l’16 settembre scorso, solo 11 giorni fa. Molti si saranno chiesti quella mattina, alla fermata, dove fosse finito l’autobus, molti avranno maledetto i tempi di attesa che si erano estesi rispetto al passato recente. La ragione di tutto ciò risiede in quella foto. Per alcuni rappresentanti sindacali, la foto rappresenta la forte carenza di conducenti nell’Atm (come in realtà in tutte le compagnie di trasporto pubblico locale, attualmente incapaci di garantire salari e turni di lavoro che possano competere con quelli della logistica).
Rispetto a Milano, l’alto costo della vita è sopraffattante, inclusi gli affitti e i prezzi delle proprietà. Secondo Atm, quella che sembra una bacheca traboccante di informazioni è in realtà una rappresentazione della mancanza cronica di conducenti. Il 16 settembre, l’azienda aveva già pianificato di coprire le corse della linea 41 con cinque conducenti invece di sei, a causa delle carenze di personale. Questa situazione sta spingendo l’impresa a rivedere i viaggi e ad allungare i tempi di attesa alle fermate.
A questa mancanza programmata di un conducente, tuttavia, se ne sono aggiunte altre quattro non programmate: quattro malattie che non sono state gestite a causa della mancanza, come ammesso dall’Atm, di altri autisti disponibili per sostituire i colleghi malati. Al di là delle differenze tra le due interpretazioni, i due temi centrali – la mancanza di conducenti e le crescenti assenze – sono in linea con l’Atm, per diverse ragioni, tra cui turni di lavoro percepite dai dipendenti come sempre più pesanti.
Atm ha riconosciuto queste preoccupazioni, avendo avviato discussioni con i sindacati al fine di progettare turni personalizzati il più possibile e aumentare i salari.