La ex leader della Camera, Irene Pivetti, si trova nuovamente in tribunale.
Stefano Tarzia, il procuratore della Repubblica, ha richiesto una sentenza di 4 anni di carcere e la quarta sezione penale del Tribunale di Milano ha deciso di rispettarlo. La condanna è per evasione fiscale e riciclaggio di denaro. Tre Ferrari Granturismo vendute nel 2016, che avevano un valore stimato di circa 10 milioni di euro, sono al centro del caso. L’accusa sostiene che le vendite erano un modo per nascondere i profitti ottenuti da reati fiscali.
Oltre alla condanna, il tribunale di Milano ha ordinato il sequestro di oltre 3,4 milioni di euro di beni di Pivetti, già presi durante le indagini. Questo ordine sarà effettivo solo quando la sentenza sarà definitiva.
Mentre si aspetta il ricorso in appello di Pivetti, la ex esponente leghista è stata inoltre condannata a pagare un’ammenda di 6.000 euro. Si sono applicate anche pene aggiuntive, come divieto di occupare posizioni governative per 5 anni e interdizione dai servizi delle aziende per un anno.
Pivetti, d’altra parte, insiste sulla sua innocenza riguardo all’accusa per cui è stata condannata. “Questo è solo l’inizio del processo. Ero preparata per questa sentenza. Sono ansiosa di leggere le ragioni dietro la sentenza. Faccio ricorso in appello e sono tranquilla perché non ho fatto nulla. Ho sempre pagato le mie tasse.” ha affermato l’ex leader della Camera di allora legata alla Lega, riguardo al tentativo di etichettarla come evasore fiscale.
La verdetta del tribunale, rappresentata dalle giudici Scalise-Cecchelli-Castellabate, è frutto delle investigazioni del procuratore Giovanni Tarzia, svolte grazie all’aiuto del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza. I condannati includono il pilota di rally e ex campione di Granturismo, Leonardo ‘Leo’ Isolani, condannato a 2 anni di carcere e a pagare una multa di 4mila euro, con una pena sospesa e nessuna menzione, e la consorte di Isolani, Manuela Mascoli, anch’ella punita con un biennio di reclusione e una penalità pecuniaria di 4mila euro.
Tuttavia, Giorgia Giovannelli, figlia di Mascoli, è stata scagionata con la motivazione “il fatto non costituisce reato”. L’indagine suggerisce che Only Italia, un’azienda legata a Pivetti, avrebbe agito come mediatore in alcune operazioni del Team Racing di Isolani, cercando di celare alcune proprietà al fisco (che vantava un debito di cinque milioni di euro), incluse tre Ferrari. Pare che queste vetture fossero state oggetto di una vendita fasulla al gruppo Daohe cinese, per poi essere trasferite in Spagna, dove vi era stato un tentativo di rivenderle.
Il solo “bene effettivamente passato ai cinesi”, come citato nell’accusa, si sarebbe rivelato “il logo della Scuderia Isolani abbinato al logo Ferrari”. Se “Isolani e Mascoli” miravano a “occultare la proprietà dei beni e sottrarli al fisco”, “l’obiettivo di Irene Pivetti” era “acquistare il logo Isolani-Ferrari per rivenderlo al gruppo Dahoe a un prezzo decuplicato, senza apparire personalmente”. Secondo la Procura, l’ex presidente della Camera avrebbe acquisito il marchio per 1,2 milioni di euro per poi rivenderlo all’azienda cinese per “10 milioni”.
Nell’autunno del 2022, l’ex membro del parlamento del partito della Lega ha subito un sequestro confermato dalla Cassazione di quasi €3,5 milioni, una decisione che inizialmente era stata respinta dal magistrato inquirente. Il pubblico ministero, che aveva originariamente richiesto una pena di 4 anni per Pivetti, ha sottolineato la falsità dei contratti stipulati e il profitto conseguito. Secondo l’accusa, Pivetti ha manipolato le società, utilizzandole come uno schermo legale; erano puramente società ‘fantasma’, prive di sostanza, inclusa la galassia Only Italia.
Il procuratore ha sostenuto che non avrebbero dovuto essere concesse attenuanti perché, considerando il ruolo istituzionale precedentemente ricoperto da Pivetti, “si ritiene” che dovrebbe osservare gli obblighi legali, in quanto aveva la conoscenza interna delle istituzioni statali ed era il titolare di un vitalizio finanziato dai cittadini. Tuttavia, i giudici hanno concesso attenuazioni generiche sia a lei che agli altri due condannati.