Anche la città di Milano sperimenta una crisi demografica con un calo del 25% delle nascite nell’arco di due decenni.
Secondo i dati del Comune, nel 2023 sono nati 9.414 bambini, il numero più basso registrato negli ultimi venti anni. Per capire l’entità di questa crisi, bisogna tornare indietro al 2004, quando sono nati 12.462 bambini, un numero molto più elevato rispetto al 2023. La serie di anni seguenti ha visto il numero di nascite rimanere superiore a 12.000 fino al 2010, per poi scendere sotto questa soglia nel 2011 con 11.547 nascite.
Nel 2018 la cifra è diminuita ulteriormente a 10.831, e nel 2019 a 10.325. Nel 2020, malgrado il lockdown, non c’è stato alcun boom di nascite, con solo 10.020 neonati. Il 2022 ha segnato la prima volta in cui è stato superato il limite simbolico di 10.000 nascite, con solo 9.756 neonati. L’anno passato ha visto il numero scendere ancora a 9.414. Le donne straniere hanno contribuito in maniera significativa a questo calo con un -7,9% di nascite, mentre il calo tra le donne italiane è stato minore, del -1,8%, come riferito dal Comune.
Prendendo in considerazione l’anno 2023, l’eta media delle donne italiane in grado di partorire a Milano è di 35 anni, mentre per le madri straniere è di 32. Entrambi i gruppi hanno un numero medio di figli prossimo al singolo figlio, significativamente inferiore al tasso di ricambio, che necessita di circa due figli per donna.
Non sono attese buone notizie per il 2024, in quanto la tendenza decrescente nel numero delle nascite sembra non invertirsi.
Infatti, la diminuzione delle nascite pare non avere fine. Durante la prima metà dell’anno corrente, si contano 4.515 nascite, il numero più basso registrato negli ultimi dieci anni per lo stesso periodo. Rispetto alla prima metà del 2023, le nascite sono diminuite di 107. Se tale tendenza dovesse continuare, gli abitanti di Milano potrebbero aumentare di poco più di 9mila entro la fine dell’anno.
Certamente, la carenza di nascite è un problema oltre che milanese, nazionale.
Nel 2023, con soli 379mila bambini nati, abbiamo raggiunto un tragico record negativo. Questo è l’undicesimo anno consecutivo di diminuzioni dal 2013. A titolo di confronto, nel 1964, durante il “Baby Boom”, il numero di nati era 1.016.120. Nel 1984, era già avvenuto un declino del 42% rispetto a vent’anni prima, per un totale di 587.871 nati. Il numero di neonati era 533.050 nel 1994.
Tuttavia, nel 2004 ci fu un piccolo ritorno alle nascite, con 546.989 nati, ma fu soltanto un’illusione temporanea.
Secondo l’Istat, il trend di denatalità in Italia prosegue senza interruzioni dal 2008, anno in cui si registravano 577mila nascite. Nel 2022, per la prima volta da quando l’Italia è unita, i neonati sono stati meno di 400mila, per la precisione 393mila. L’anno successivo, con 379mila nuove nascite, ci è stata una diminuzione di 14mila unità, pari a una variazione negativa del 3,6%.
Il report dell’Istat spiega che la diminuzione delle nascite nel 2023 è attribuibile sia a un importante calo della fertilità, sia alla diminuzione della popolazione femminile in età riproduttiva (15-49 anni). Quest’ultima è passata da 13,4 milioni nel 2014 e 13,8 milioni nel 2004, a 11,5 milioni l’1° gennaio 2024. Lo stesso calo si è verificato anche nella popolazione maschile della stessa fascia d’età: da 13,9 milioni nel 2004 e 13,5 milioni nel 2014, si è ridotta a 12 milioni di individui nel recente passato.
Andrea Stroppa, analista di dati, ha espresso preoccupazioni sul rapido declino e la potenziale riduzione della popolazione italiana. Elon Musk, l’imprenditore visionario, ha fatto eco a queste inquietanti previsioni, sostenendo in una dichiarazione su X che “L’Italia sta scomparendo”.