Milano, 25 settembre 2024 – “È difficile per me comprendere l’azione della Sovrintendenza, non riconosco un valore architettonico a San Siro.
Questo stadio sportivo è frutto di tre diverse ere, quindi non capisco quale vincolo possa esserci su di esso, che mostra evidentemente la sua età”. Queste le parole del presidente di Assolombarda, Alessandro Spada, al termine del consueto incontro per l’analisi dei dati lombardi di Cosmetica Italia, tenutosi in via Pantano. Riguardo alla decisione della Uefa di non tenere la finale di Champions 2027 a San Siro, Spada non sembra particolarmente turbato.
“È comprensibile che, in una situazione di grande incertezza, la finale di Champions League non venga assegnata a San Siro”, afferma. “Ciò che conta – continua – è avere una chiarezza sul futuro dello stadio”. Infatti, “avevo preso parte anche alla discussione comunale e avevamo esposto che la soluzione consiste nel rivedere l’intera zona. Questo rappresenterebbe un’opportunità per la città intera”, spiega. L’idea non solo soddisferebbe le esigenze delle due squadre di calcio di avere uno stadio nuovo e moderno, “ma porterebbe anche beneficio a un quartiere che attualmente manca di un’identità definita.
Da un lato c’è il quartiere delle ville e dall’altro quartieri con gravi problemi sociali”, precisa.
L’Undersecretario di Stato, Alessandro Morelli della Lega, ha espresso profonda preoccupazione per l’incerto destino del San Siro, dopo la decisione della UEFA di non assegnare la finale dei campionati di Champions League alla città. Morelli ha acceso l’argomento politico coinvolgendo il sindaco Sala, affermando che sia lui a rappresentare le calamità per Milano.
Morelli ha diretto notevole critica verso Sala per diversi problemi tra cui: le questioni di urbanistica, la demolizione del San Siro, la crisi di mobilità e la mancanza di finanziamenti per i progetti olimpici che il sindaco ha deciso di delegare ai privati. In più, la recente decisione della UEFA viene vista come ulteriore brutta notizia. Morelli afferma che questa scelta comporta un danno diretto all’immagine della città e danni indiretti per decine di milioni dovute all’annullamento di tale prestigioso evento mondiale.
Conclude sostenendo che questa sia una pessima figura dovuta solo all’indeterminatezza sul futuro di San Siro.
Sala ha risposto oggi alle critiche, spesso severe, riguardo alla finale di Champions affermando che non c’era altra possibilità. Dice che è stato direttamente lui a discutere con l’Uefa, domandandosi come avrebbe potuto garantire che non ci fossero costruzioni a San Siro. Ha affermato pragmaticamente che non c’era altra soluzione a meno che qualcuno non prendesse l’incarico di affermare l’impossibilità di lavori lì.
Ma negare ciò sarebbe smentire il percorso che stanno intraprendendo con Inter e Milan. Ha ricordato che il contratto d’affitto con Milan e Inter scade nel 2030. “Se le due squadre non desiderano restare oltre quella data, non devono dare per scontato che gli rinnoveremo il contratto dello stadio. Perché questo creerebbe un danno a un bene comune. Se le squadre non lo vogliono dovremmo cercare di venderlo, ma se vogliono una ristrutturazione, saremmo tutti felici”.
“L’imprevista situazione dello Stadio di San Siro ha causato la perdita della finale di Champions League 2027 per la città di Milano. La mancanza di decisioni immediate ha privato la città di un’occasione globale che avrebbe potuto stimolare il suo sviluppo economico. Il danno è già stato fatto, ma spero che tutti i partecipanti, inclusi le autorità locali e le squadre, prenderanno un impegno per accelerare la risoluzione al problemi in modo da mantenere Milano al centro dell’attenzione mondiale del calcio”, afferma Giovanni Bozzetti, professore universitario, autore e uno dei principali specialisti nel marketing territoriale.
“Lo stadio rappresenta un’importante strumento di marketing territoriale – aggiunge Bozzetti – grazie alla serie di eventi, sportivi e non, che possono essere organizzati, producendo un impatto economico, sociale e culturale positivo sulla zona. L’ultimo periodo ha visto Milano trovarsi sempre più spesso in posizione di fuorigioco e incapace di segnare”.