Ottavian di Hanga, l’abate tanzaniano, ha visitato Novate come un atto di gratitudine verso il medico Mario Carli e la sua comunità.
Il Dr. Carli, ora pensionato, ha dedicato 25 anni a sostenere il monastero di Hanga in Tanzania, visitandolo annualmente per attuare vari progetti medici e di impatto sulla sopravvivenza. Grazie al sostegno di molte persone di Novate e di altre località, sono stati costruiti notevoli strutture mediche, dapprima ospedali temporanei, poi trasformati in cliniche e infine si spera in ospedali completi. L’abate, che ha trascorso del tempo a Roma per partecipare al congresso mondiale dei monaci benedettini che si tiene ogni quattro anni, ha deciso di fare una visita a Novate prima di ritornare in Africa per esprimere il suo apprezzamento al Dr.
Carli e altri cittadini per il loro contribuito alla causa. Insieme a lui c’era anche il monaco Achiles, anch’egli del monastero di Hanga. Parlando della collaborazione, l’abate ha definito il Dr. Mario come un prezioso amico e benefattore, ringraziandolo per la sua assistenza nel realizzare diversi progetti che hanno fornito medicina e altri aiuti alla popolazione. Nell’illustrare la vita a Hanga, l’abate ha spiegato che i futuri medici vengono formati nel monastero per tre anni, collaborando con il centro medico locale, ma poi vengono spesso richiamati da altre città africane, dove vengono pagati e quindi si trasferiscono.
Attualmente, la clinica si sta espandendo, con l’aggiunta di una sorta di pronto soccorso, un centro di triage per i pazienti e nuovi laboratori. L’obiettivo successivo è di sviluppare ulteriormente la struttura, trasformandola in un ospedale completo. L’abate ha poi sottolineato che la malaria è una delle patologie più diffuse nella zona.
I safari sono spesso meta di molte zanzare che contribuiscono alla loro diffusione. Medici provenienti dall’Italia, dalla Germania e dagli Stati Uniti, assistono Hanga nella sua opera.
Essi credono nella possibilità di sviluppare la medicina e nell’importanza di questa realtà come punto di riferimento per le comunità vicine. La sanità non è presente localmente e alcuni fondi, inclusi quelli destinati agli studi, sono forniti dal governo. “In tempi recenti, le cose sono migliorate. Molti cinesi sono arrivati in Africa e la loro produzione a basso costo ha reso possibili gli acquisti per le nostre comunità”, dichiara l’abate Ottavian.
In aggiunta impegno per la realizzazione dell’ospedale, l’abate sogna di incontrare Papa Francesco, ricordando l’emozione suscitata dalla visita di Papa Giovanni II come fonte di ispirazione per continuare il loro lavoro.