L’operazione condotta dalla Procura Distrettuale Antimafia di Milano e dal Ros dei carabinieri, che aveva come punto di partenza le indagini su un traffico di sostanze stupefacenti all’interno del penitenziario di Opera, ha portato allo smantellamento di sette gruppi criminali responsabili di vari punti di vendita di droga in Milano e nell’area suburbana.
Il procedimento giudiziario di primo grado ha, ieri, risultato in una sentenza di 17 anni e 9 mesi di reclusione per Nazzareno Calajò, anche conosciuto come “Nazza”, supposto capo del narcotraffico nel quartiere Barona, uno dei 30 individui che furono fermati o arrestati nell’ambito di una vasta indagine nel maggio 2023. La sentenza, emessa con rito abbreviato e rivolta a una decina di imputati, è stata pronunciata dal GUP di Milano Alessandra Di Fazio, sulla scorta delle indagini condotte dai procuratori Francesco De Tommasi e Gianluca Prisco.
Luca Calajò, nipote di Nazzareno, è stato condannato a 16 anni e 2 mesi, mentre Andrea, figlio del primo, è stato condannato a 9 anni, con una riduzione della sua carica da “organizzatore” a “partecipe” del gruppo criminale. Nonostante la Procura avesse richiesto una condanna a 20 anni per tutti e tre, hanno ottenuto le attenuanti generiche che hanno bilanciato le aggravanti. La giudice ha stabilito, come indicato dal verdetto e come precisato dalla difesa, che esistevano non una, ma due organizzazioni criminali dedite al narcotraffico, una guidata da Luca Calajò e l’altra da Nazzareno, coinvolgendo anche il figlio.
Questi gruppi criminali, a quanto pare, erano in competizione tra loro. L’avvocato Niccolò Vecchioni, che rappresenta Nazzareno Calajò, ha annunciato che presenterà un appello. Infine, uno degli imputati, Massimo Mazzanti, rappresentato dall’avvocato Robert Ranieli e accusato di partecipazione all’associazione, è stato assolto.
Durante l’indagine, le intercettazioni hanno rivelato le possibili intenzioni dei Calajò di assassinsre, a causa di dispute legate al traffico di droga, ultras delle tifoserie di San Siro, come Vittorio Boiocchi, noto capo ultras dell’Inter, ucciso la sera del 29 ottobre 2022 a Milano con due proiettili.
Tuttavia, non è stata mai stabilita una connessione tra questa indagine sul traffico di droga e i Calajò e l’indagine ancora aperta sull’assassinio di Boiocchi. Tra gli altri, sembrerebbe essere stati coinvolti nell’presumibile organizzazione criminale con l’obiettivo di traffico di droga, guidata da Nazzareno Calajò, come rivelato dal dispositivo della sentenza, anche Matteo Cuccurullo (condannato a 4 anni e 5 mesi) e Elsaid Mohamed Abdelkader (8 anni e 10 mesi).
Nella seconda organizzazione, guidata dal nipote, tra gli altri, avrebbe partecipato Ettore Rippa, condannato a 4 anni e 8 mesi. Inoltre, sono stati condannati anche Silvano Osmano (8 anni e 8 mesi), Giovanni Posa (2 anni e 8 mesi) e Vincenzo Oliviero (1 anno e 6 mesi). Per Massimo Mazzanti, assolto “per non aver commesso il fatto”, il giudice ha anche revocato l’ordinanza di arresti domiciliari.