Categorie: Cronaca
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24 Settembre 2024 15:09

Durante il processo a Buccinasco per l’assassinio di Salvaggio, Marino, l’accusato, ha affermato in tribunale di non sapere il nome della persona che lo ha scortato

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Nel processo per l’omicidio di Paolo “Dum Dum” Salvaggio, che ha avuto luogo a Buccinasco nel 2021, l’imputato Benedetto Marino ha rilasciato una dichiarazione durante la prima udienza.

Marino, sulla base delle informazioni riportate da Il Giorno, ha insistito sul fatto di essere solamente l’autista di uno dei due assassini. La sua versione dei fatti indica che gli aveva offerto un passaggio in macchina, come era solito fare in passato, ma non conosceva il suo nome, aveva solo salvato il suo numero di telefono. Marino ha dichiarato: “Ci eravamo messi d’accordo per incontrarci quel giorno perché avevo intenzione di acquistare della cocaina.

Mi aveva chiesto di prenderlo con me per i suoi giri, come avevo fatto altre volte. In cambio, mi dava una piccola dose di cocaina, del valore di 15 o 20 euro. Non mi ricordo dove l’ho trasportato, non ho preso nota sull’agenda”, come riportato dal quotidiano. In conclusione, Marino nega fermamente ogni coinvolgimento nell’omicidio.

Gli inquirenti accusano Marino di aver svolto i ruoli di vedetta e autista durante l’omicidio di un uomo di 60 anni che era stato recentemente rilasciato dal carcere per traffico di stupefacenti e aveva legami con le ‘ndrine dei Barbaro e Papalia.

La teoria investigativa
Gli investigatori, basandosi sulla visione dei video delle telecamere installate a Buccinasco e Milano, sostengono che i due assassini hanno sparato almeno tre volte a Salvaggio mentre era in bici in via della Costituzione, dopo essersi allontanato dalla sua casa in via Odessa, a bordo di uno Yamaha T-Max. Dopo il delitto, i due hanno preso la direzione della zona di via Fleming a Milano. Marino, un uomo di 45 anni di Inveruno, avrebbe atteso i killer in un luogo nascosto, alla guida di una Peugeot 3008, assicurando una fuga “veloce e sicura” come riferito dai pm della Direzione distrettuale antimafia che hanno coordinato le indagini condotte dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Milano.

Proseguono le indagini
Le indagini sono ancora in corso per trovare i colpevoli dell’uccisione di Salvaggio, che era stato rilasciato dal carcere per motivi di salute. A lui era stata diagnosticate una grave malattia e i medici avevano previsto pochi mesi di vita.