Categorie: Cronaca
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23 Settembre 2024 10:25

Tre imprenditori sono finiti in difficoltà per aver usato i fondi del Pnrr per l’acquisto di vino, grappa e parmigiano

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Le risorse del Pnrr usate per l’acquisto di vino, grappa e formaggio parmigiano: tre imprenditori si trovano in un guaio.

La frode è stata scoperta dalla Guardia di Finanza, che ha messo sotto inchiesta tre imprenditori di Gallarate.

Ufficialmente, i fondi erano destinati alla formazione e alla ricerca. Tuttavia, nella realtà, sono stati spesi per l’acquisto di prodotti alimentari gourmet. Questi tre imprenditori di Varesotto, che agivano come rappresentanti legali di una società impegnata nella produzione di plastica, sono stati segnalati dalla Guardia di Finanza per l’uso improprio dei fondi del Pnrr, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

L’indagine condotta dalla Guardia di Finanza di Gallarate è partita con un controllo fiscale alla società che ha ottenuto oltre 700 mila euro di crediti fiscali tra il 2018 e il 2023, finanziati dal Pnrr a partire dal 2022. Questi riguardavano la formazione 4.0, la ricerca e sviluppo e l’acquisto di nuovi beni strumentali, tutte attività ideate per diversi scopi e che richiedono requisiti specifici per beneficiarne.

Dalle indagini è emerso che sono state rilevate varie irregolarità quasi immediatamente.

Infatti, il denaro sembrerebbe essere stato assegnato per delle funzioni che non rispettavano le condizioni imposte dal Pnrr. Gli esaminatori hanno messo in luce come l’azienda avesse categorizzato diversi dipendenti, per lo più impiegati nella produzione, come parte di attività di ricerca e sviluppo che non avevano nulla a che vedere con l’innovazione o lo sviluppo di nuovi prodotti. In effetti, quando questi lavoratori sono stati interrogati, hanno negato qualsiasi coinvolgimento in tali attività e non è stata rintracciata alcuna prova di veri sforzi di innovazione.

Inoltre, non è stata reperita alcuna prova che avvalorasse l’attività di formazione 4.0 dichiarata dall’azienda e nessuno dei dipendenti interrogati ha potuto confermare l’aver partecipato a tali corsi. Infine, non era dovuto alcun credito d’imposta per l’acquisto di una particolare attrezzatura in quanto questa era stata acquistata e installata prima dell’implementazione della misura e quindi non rientrava nella qualifica di beneficio.

Ma le irregolarità non finiscono qui.

Gli investigatori hanno esaminato anche come è stato speso un finanziamento offerto per partecipare a fiere e mostre internazionali a piccole e medie imprese da un’entità pubblica. Anche in questo caso, hanno rilevato varie anomalie. Parte del finanziamento era stata trasferita al conto bancario personale del rappresentante legale e parte era stata utilizzata per acquistare prodotti alimentari – grappa, vino e parmigiano – dopo la fine della fiera.

Le anomalie riscontrate sono state notificate all’ente giudiziario, che ha richiesto il deferimento per processo dei tre imprenditori “colpevoli di generare e bilanciare crediti fiscali inesistenti mentre i soldi spesi impropriamente nel corso delle attività fieristiche sono stati segnalati all’ente di riferimento per avviare il recupero”.

D’altra parte, l’azienda ha “scelto di aderire al ravvedimento operoso speciale pagando, finora, un importo di circa 300 mila euro al Tesoro”.