Categorie: Cronaca
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21 Settembre 2024 18:39

La famiglia di Sofia Castelli esprime la propria insoddisfazione dopo la sentenza definitiva che condanna Zakaria a 24 anni di reclusione per il suo omicidio. “Speravamo in una giustizia diversa”, hanno dichiarato

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Zakaria Atqaoui, un giovane di origini italo-marocchine di 23 anni, ha ricevuto una sentenza definitiva di 24 anni di carcere per aver brutalmente assassinato la sua ex compagna, Sofia Castelli, una ragazza di 20 anni, il 29 luglio 2023.

Atqaoui si era nascosto nell’armadio della casa di Sofia e l’aveva colpita a morte mentre dormiva con otto colpi di coltello. L’accusa presentata dalla Procura di Monza aveva richiesto la pena dell’ergastolo per l’omicidio premeditato e voluto, eseguito per motivi banali e con l’uso di un metodo subdolo – l’essersi nascosto nell’appartamento della vittima per tendere un agguato mortale. Tuttavia, la Corte di Assise di Monza ha preso in considerazione le circostanze attenuanti, inclusa la giovane età di Atqaoui, il suo precedente comportamento collaborativo e la mancanza di precedenti penali.

Non è possibile per la Procura appellare per una sentenza più severa o per rimuovere le circostanze attenuanti, dato che tutte le aggravanti sono state considerate nel processo. Neanche l’avvocato di Atqaoui, Vainer Burani, ha intenzione di ricorrere in appello, ritenendo che la sentenza fosse la meno severa possibile e sottolineando che un appello avrebbe potuto rischiare un aumento della pena. I parenti di Sofia, insieme alla sua amica Aurora Fiameni, che era nell’altra stanza quando l’omicidio è avvenuto, si sono presentati come parte civile nel processo.

Ci sono state, formalmente, indennità o pagamenti provvisori concessi da parte dei giudici a tutti. Tuttavia, ciò che gli amici di Sofia realmente desideravano era una sentenza di ergastolo, come proposto dalla procuratrice di Monza, Emma Gambardella. La reazione alla pronuncia del verdetto includeva insulti, proteste e lacrime. Il tribunale ha osservato che l’accusato, spinto da “una gelosia intensa e ingiustificata”, ha brutalmente ucciso “una giovane signora agli inizi della sua vita universitaria”.

Dopo il crimine, l’accusato si è immediatamente fermato dinanzi a una squadra della polizia locale, “prendendosi la responsabilità” e “consentendo alle forze di polizia di intervenire rapidamente nella sua casa”. Secondo il tribunale, l’accusato ha anche “rivelato i dettagli del crimine, inclusi quelli che hanno portato a alcune circostanze aggravanti che non sarebbero state provate senza la sua dichiarazione”. “Ci aspettavamo un verdetto diverso: tra 24 anni Sofia sarebbe stata una donna di 50 anni”, ha commentato Aurora, che si era offerta di passare la notte con la ventenne, sola in casa, dopo una serata in discoteca.