Milano – “Se un patrimonio cambia da proprietà statale a privata, l’implementazione della protezione ‘de iure’, che sottopone automaticamente i beni statali di oltre 70 anni a tutela, viene meno fino a quando non viene assicurato l’interesse culturale”, ha dichiarato la sovrintendente all’Archeologia, Belle arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Milano, Emanuela Carpani, in seguito alla presentazione del restauro conservativo dell’antico istituto Marchiondi, destinato a trasformarsi in una residenza universitaria.
La discussione riguarda la restrizione relativa al secondo anello di San Siro che dovrebbe entrare in vigore dal 2025, ma che potrebbe essere revocata se la proprietà passa dal Comune a Inter e Milan. “Se un bene diventa privato, questa protezione de iure non si applica automaticamente, secondo la legge – ha aggiunto Carpani – Se non esistono i 70 anni, non esiste alcuna restrizione per il pubblico e, nel caso di un acquisto da entità private, non verrà attuata la tutela non appena il bene raggiunge i 70 anni”.
Questa regola può essere applicata allo stadio di San Siro, “certo, e a tutti i beni di proprietà pubblica venduti prima dei 70 anni” ha precisato. Carpani è stata chiara sulle questioni relative alle restrizioni, che non possono essere inventate: “per attuare una misura di tutela, bisogna giustificarla in modo da poter resistere a possibili controversie: sono atti di dichiarazione, non di attribuzione, che riconoscono valori intrinseci”. Questa spiegazione di Carpani potrebbe rafforzare sia l’idea di rinnovare il Meazza sia quella di costruire un nuovo stadio vicino, dato che non ci dovrebbero essere particolari restrizioni da rispettare.